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MONTALCINO
MONTALCINO
MEDIEVALE
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Le
originiMons
Ilcinus – sicuramente Montalcino
- è citato per la prima volta il 29 dicembre 814 quando
Lodovico il Pio succeduto a Carlo Magno suo padre, con un suo
diploma concede in feudo ad Apollinare Abate di Sant’Antimo un
vasto territorio compreso fra il fiume Ombrone a Nord - Est,
Orcia a Est - Sud e Asso ad Est, dove in seguito, su questa
“collina luminosa”, sorgerà l’attuale città “l’anno
della salute humana 935”.
Gli
abati del monastero di Sant’Antimo “divenuti potenti forse
non dispiacendo loro di avere un soggiorno in Montalcino, luogo
sano più dell’umida e cupa Valle Starcia (dove è l’Abbazia
di Sant’Antimo), coadiuvarono nobilmente la nascente terra
(Montalcino) indi si arrogarono la signoria essendo, come noto,
l’Abate di Sant’Antimo signore di grand’affare in queste
parti di Toscana”.
Montalcino
venne costruito con relativa rapidità e viene da pensare su un
progetto mirato. All’interno delle mura cittadine, che sono
del 1100, aveva già le sembianze di oggi.
Si
“tagliò” il monte orizzontalmente per circa un chilometro
di lunghezza, tanto si estende il centro abitato, dall’attuale
Piazza Cavour fino a Porta Cerbaia su un dislivello che dalle
Fonti Castellane, punto più basso dell’abitato 450 metri
sul livello del mare, a trecento metri di distanza c’è la
chiesa di San Salvatore, attuale
Duomo, punto più alto 564 metri dal livello del mare.
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Foto: Panorama di Montalcino vista est
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Foto: Celebre Abbazia di Sant'Antimo in una vecchia foto d'epoca.
Nell'anno 1377 Santa Caterina da Siena, visitò l'Abbazia di Sant'Antimo "forse mai, l'Abbazia di Sant' Antimo vide tanta gente come nelle settimane che vi
dimorò Caterina"
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Foto: Mura castellane in rifacimento con un torrione di guardia, secolo XII
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Foto: Il Duomo (ricostruito su una struttura del secolo XI)
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Il "taglio"
dell'irto sito
La scelta di
“tagliare” il monte voluta sicuramente per “godere dei venti
orientali e settentrionali” perché “ i venti marini hanno per
compagni di via la febbre, il contagio, la morte” e per Montalcino
aver costruito l’abitato ad ovest significava respirare l’aria
portata da questi venti. “Metà della città non è piena di
abitanti perchè la metà di essa sarà vuota per campi ed orti”
anche questa sicuramente fu una scelta voluta perchè le zone verdi
all’interno dell’abitato “in ogni evenienza” significava
coltivazione di queste terre per alimentare almeno in parte, la
popolazione residente.
Si
salvaguardarono le semplici e irregolari collinette che conferiscono
all’abitato un aspetto pittoresco come quella dove fu costruita la
prima Chiesa di Sant’Egidio poi abbattuta per far posto alla
Fortezza trecentesca, quella dove si costruirono le chiesette di San
Marco e di San Michele Arcangelo, poi Chiesa di San Francesco e
relativo convento (questi tre Santi protettori di Montalcino saranno
dipinti poi nello stendardo della comunità e quando la città fu
divisa in terzieri, ognuno di essi prenderà il nome del suo Santo,
cioè Sant’Egidio, San Salvatore e quello di San Francesco si
chiamerà Castel Vecchio).
Il “taglio” del monte comportò la costruzione di decine e
decine di terrazzamenti, la realizzazione di opere idrauliche per
regolare, oltre alle acque piovane, quelle dei ruscelli che
solcavano il monte, e ciò per costruire strade e piazze
larghe e assai piane “sebbene questa città, posta in una piaggia
assai ripida, vi sono non di meno alcune strade completamente assai
piane e larghe e quattro piazze pure in piano una davanti alla
Cattedrale (oggi Piazza Santa Caterina), una davanti all’Ospedale,
la più grande di tutte 1500 metri quadrati (oggi Piazza Cavour) una
sopra il Palazzo di Giustizia o(oggi Piazza Garibaldi), l’altra
sotto il medesimo Palazzo (oggi Piazza del Popolo)”.
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Foto: Fortezza trecentesca
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Foto: Nella foto, nell'atrio del Palazzo Comunale, i Santi San Salvatore, San Michele Arcangelo e Sant'Egidio, i cui nomi erano anche quelli dei terzieri che dividevano Montalcino. Stando a quanto scrive Tullio Canali nella "Storia di Montalcino" questi tre Santi, allora, erano dipinti nello "stendardo" della
comunità di Montalcino.
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L'impianto
urbanistico
L’impianto
urbanistico dato all’abitato di Montalcino ci ricorda molto
vagamente le linee di edificazione romane; la strada principale,
oggi Piazza Cavour, a nord,
raggiunge Porta Cerbaia a sud – cardo – si incrocia con
un’altra importante strada che dal Vignolo, est, va verso
l’attuale Via Ricasoli, ovest – decumano – che di fatto divide
a croce l’abitato.
La Chiesa di San Salvatore - Duomo - è una costruzione
dell’inizio dell’anno 1000. “Era una bella chiesa romanica a
tre navate, lunga dall’ingresso fino all’inizio dell’abside
circa 30 metri e larga tredici. Una serie di colonne, sei porte, di
sasso peperino, dividevano la navata centrale dalle laterali e
sorreggevano sette archi di cui il primo e l’ultimo posavano, da
una parte, su colonne semicircolari addossate alle pareti
perimetrali. Sulla
facciata tre porte di ingresso: sulla porta centrale il cui
architrave era costituito dai simboli dei quattro evangelisti,
l’immagine del Santissimo Salvatore. Sulle porte laterali, una per
parte, due finestre rotonde davano la luce alle navate”.
Questa chiesa fu elevata a Cattedrale da Papa Pio II – Enea
Piccolomini – nel 1464 quando Montalcino fu eletta a diocesi. Con
il passare dei secoli la chiesa di San Salvatore subì profonde
trasformazioni fino a quando, nel 1818, fu costruita l’attuale
chiesa sullo stile neo classico come oggi la vediamo.
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Foto:
Porta Cerbaia o Cervara
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Foto: Il Duomo in una vecchia stampa, prima di far posto ad un edificio neoclassico come si vede oggi
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Montalcino
elevata a città ed a Diocesi da Pio II
Nel 1462
Montalcino fu elevato a città da Pio II con propria bolla.
I Montalcinesi rimasero sempre grati a Pio II tant’è che nella
facciata dell’edificio che ospita le scuole dell’obbligo è
stato collocato un bassorilievo in bronzo che raffigura il
giovane Enea Piccolomini che spesso veniva a Montalcino in visita ai
frati di San Francesco con il suo amico il montalcinese
umanista Bernardo Lapini, con una testa di cavallo e popolo
plaudente.
Le mura
cittadine con tredici torrioni e sei porte sono del 1100.
”Montalcino è circuito da due miglia e mezzo“ (un miglio
toscano è uguale a 1653 metri), per cui le mura cittadine hanno una
lunghezza di 4125 metri lineari. Ogni porta prese il nome di sei
antiche famiglie : Monaldesca della Cervara oggi Porta Cerbaia,
Della Cornia oggi Porta al Cornio, Della Gattesca oggi Porta Gattoli,
Della Morella, oggi Porta Burelli, Della Castellana oggi Porta
Castellana, Dell’Orsina oggi Porta al Cassero.
Il Palazzo
Comunale (la foto di questa costruzione fu messa nella copertina del
libro “Comuni del Medioevo” a significare che questa costruzione
originale nel suo genere, non scimmiotta nessun altro Palazzo
dell’epoca) è del XIII secolo, così come sono una parte delle
logge di piazza, dove nei tempi antichi fu realizzata una cappella
dove si raccoglievano gli eletti chiamati a dirigere la comunità
prima di prendere possesso della loro carica. La chiesa verrà
demolita nel 1874. L’altra parte delle logge di piazza è del
‘400.
Della
chiesa di Sant’Agostino si ha testimonianza fin dal 1227 così
come del ‘200 è la Chiesa di San Francesco. Del ‘200 sono le
Fonti Castellane – in pieno Medioevo l’acqua pubblica dentro le
mura aveva un profondo significato per la popolazione più povera.
In
qualunque strada della città ci sono bellezze antiche, medievali,
abitazioni, archi, vicoli, piccole strade, chiassini con scale che
evidenziano l’irto sito dell’abitato.
I nostri
antenati non edificarono un’accozzaglia irregolare di costruzioni
ma una città originale che dava il segno di una cultura
urbanistica, signorile e di potenza.
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Foto: Palazzo comunale di Montalcino secolo XIII. Prima del recupero fine anni 20
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Foto: Le logge di piazza: secolo XIII e XV prima del recupero fine anni 20
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Foto: Chiesa di sant'Agostino si ha notizia fin dal 1227
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Foto: Chiassino medievale
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Foto: Chiassino medievale
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Foto: Fonti Castellane secolo XIII
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Già
libero comune nel secolo XII
Nel 1191
Montalcino era retto da un potestà, Enrico da Polaccio e nel 1235
potestà di Montalcino fu Jacobo di Schiatta degli Uberti, di nobile
famiglia fiorentina, padre di Farinata, personaggio dantesco. Già
nel 1020 nel Castello erano funzionanti “più case per i poveri,
gli infermi e i pellegrini “Montalcino
nel 1100 era “ diventato già nobil terra; ecco l’epoca nella
quale la nostra città incomincia con fondamento a figurare nelle
istorie della toscana”. Montalcino fu costruita su uno scoglio. In
ogni dove affiorano pietre di pianta che fanno da fondamento alle
costruzioni, per realizzare questo tessuto urbano sicuramente furono
impiegate migliaia e migliaia di persone, richiamate su questa
collina luminosa nella quale “godevano molto della perfetta aria,
delle acque salutifere, haver all’intorno fertili terreni lodando
di essi i frutti “, è stato scritto che nel 1100 Montalcino
contasse circa 4000 abitanti. Per realizzare questa struttura
urbana non ci volevano solo mezzi finanziari “che pur in qualche
modo la gente doveva vivere” anche se è pensabile che la ricca
Abbazia di Sant’Antimo avesse devoluto, nella costruzione di
Montalcino, parte dei propri cospicui censi. La “molla” che
spinse i nostri antenati a questa opera immane deve essere stata
un’altra. Senza la regola benedettina, ricordiamo che i monaci di
Sant’Antimo erano Benedettini, Ora et Labora; mirabile sintesi
dove si riconosceva il primato della preghiera e nel contempo si
nobilitava il lavoro rendendolo comprimario nell’educare l’uomo
ad essere utile alla società, Montalcino non avrebbe avuto
questo tipo di urbanistica. I nostri antenati ci hanno lasciato
questo originale tessuto che è vanto nostro e ammirato da chi
visita la nostra città.
Lo
scrittore e pittore Walter Tyndale, parlando di Montalcino ha
scritto: “i dipinti ... da soli non sono di sufficiente importanza
da portare qui uno studente d’arte. La città stessa è la
principale attrazione”. L’enciclopedia Zanichelli,
edizione 1996 – dopo la pagina 1920 – pubblica una serie di
foto, nove sulle bellezze della Toscana, la prima foto è lo scorcio
dell’abitato di Montalcino a cavallo fra l’est e l’ovest visto
dalla trecentesca Fortezza.
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Foto: Antiche costruzioni di epoche diverse
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Foto: Foto aerea della Fortezza trecentesca
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Perché
Montalcino non è rinascimentale
Montalcino
è medioevale, di rinascimentale c’è solo il Palazzo Clementi,
oggi Casa del Popolo. In quel luminoso periodo sul territorio di
Montalcino scorrazzavano migliaia e migliaia di militari, la città
subì due assedi – 1526 e 1553 – una guerra durata quattro
anni, 1555/1559, quando la Repubblica di Siena si ritirò in
Montalcino. E’ vero che Montalcino fu l’ultimo Comune libero
d’Italia, prima che il dominio spagnolo si affermasse in gran
parte d’Italia, ma anche questo contribuì a non destinare
“investimenti” al periodo rinascimentale.
Anche
dopo la pace di Chateau Cambresis del 1559 a presiedere Montalcino,
che era terra vinta e basta, c’erano 325 soldati a piedi e 11
pedestri su una popolazione di 3600 abitanti e c’è da scommettere
che questo “peso” militare gravava sull’economia locale.
Montalcino di
fatto uscì dal medioevo dopo l’unità d’Italia
nel 1861, quando fu costruita la ferrovia Asciano-Grosseto e il
treno transitò per le stazioni di Torrenieri, Monte Amiata Scalo,
Sant’Angelo Scalo a partire dal 1865 è in quel periodo che furono
costruite strade e ponti per collegarsi con la montagna amiatina e
con la maremma grossetana, quando furono realizzate anche grandi
opere pubbliche, trasferimento dell’ospedale dal locale di Piazza
Cavour, oggi sede del Comune, nell’ex Convento di San Francesco,
la costruzione della Casa di Riposo, dell’acquedotto per il
trasporto dell’acqua dalle sorgenti amiatine a Montalcino, anche
in campo sociale e culturale furono fatti dei grandi progressi,
costituzione delle società operaie di mutuo soccorso, stabilimenti
a vapore per il molino e luce elettrica, una vita culturale intensa
e tutto questo dal 1861 al 1911.
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Foto: Palazzo rinascimentale secolo XVI
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Foto: Cortile dell'Ospedale di Santa Maria della Croce. Chiostro
secolo XVI
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Foto: Chiesa della Madonna del
Soccorso
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Foto: L'abitato di Montalcino in una foto aerea del 1940
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Indice
Montalcino
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