| |
MONTALCINO
MONTALCINESI
CONTRO IL BANDITISMO
|
|
|
I
banditi nei boschi di Montalcino
Leggendo
le cronache della stampa locale di fine ‘800 e primi ‘900 si
viene a conoscenza di aggressioni da parte dei fuorilegge contro
proprietari e fattori delle tenute lontano da Montalcino, site
per lo più all’interno dei boschi, per ottenere denari e
generi alimentari. Si raccontano di aggressioni lungo le strade
all’interno dei boschi contro proprietari e fattori
particolarmente quando questi ritornavano alle loro fattorie
dopo essere stati alle fiere di Montalcino e delle località
limitrofe. La richiesta era una sola: soldi. Le cronache
informano altresì di testimonianze che rendevano nelle aule del
tribunale i nostri concittadini di tutte le estrazioni sociali
senza nessuna reticenza sui fatti di cui erano a conoscenza che
“inchiodavano” i fuori legge.
Il
7 ottobre 1897, in località Pianellone a dieci km a sud di
Montalcino, avvenne uno scontro a fuoco tra Giovanni Turchi
detto Baicche, un fuorilegge condannato all’ergastolo per
pluriomicidio ricercato da decenni, ed il nostro concittadino
Giovacchino Zamperini detto Bruscone. Lo Zamperini ebbe la
meglio sul Turchi che, ferito, si rifugiò in una casa colonica
nelle vicinanze chiedendo la visita di un medico per curare le
ferite che lui disse si era procurate cadendo. Il Capoccia di
quel podere anziché chiamare il medico avvertì i Carabinieri i
quali arrestarono il Turchi mettendo fine alle gesta di un
pericoloso fuori legge che da molto tempo metteva a soqquadro la
Maremma e le nostre zone.
|
|
Uno
scontro a fuoco del 1910 che diventò un fatto italiano
Il 10 novembre
1910 tre banditi sequestrarono il fattore (Paolo Poteti) della
fattoria di Castiglione dei Boschi, località nel Comune di
Montalcino ad 11 Km dalla Città. I banditi chiesero il riscatto per
il suo rilascio di 6.000 lire. Ai banditi furono recapitate solo
1500. Intanto il guardia-boschi della Fattoria A. Fanetti, armato di
fucile, viene a conoscenza dell’accaduto e con tutti gli
accorgimenti del caso, attraverso il bosco, si portò vicino ai
banditi ed al sequestrato e vide che un bandito stava puntando la
pistola alla tempia del fattore Poteti. Colse l’attimo e fece
partire un colpo di fucile uccidendo un bandito. sparò l’altro
colpo e uccise un secondo bandito, il terzo si dette alla fuga, il
fattore fu liberato, il Fanetti qualche anno dopo sarà decorato con
medaglia d’argento al valor civile. Intanto il fatto di sangue
deve aver fatto parlare l’Italia. La Domenica del Corriere, il più
importante settimanale di allora che vendeva un milione di copie
pubblica, nel numero del 20/27 novembre 1910, in copertina mise un
disegno di A. Beltrame sull’accaduto.
I cantastorie del tempo cantavano in ottava rima nelle fiere e nelle
feste paesane la storia di questo fatto di sangue che interessava
enormemente gli ascoltatori che poi essi ricantavano insieme agli
amici nelle lunghe serate invernali nel canto del fuoco.
|
|
Foto:
Il fatto illustrato dalla "Domenica del corriere" avvenne
a Castiglioni dei Boschi - Montalcino il 10 movembre 1910. Il
guardiaboschi Antonio Faetti saputo del sequestro del fattore della
tenuta, Paolo Poteti, riesce ad avvicinarsi ai banditi e al
sequestrato. Il Faetti coglie l'occasione e spara sui banditi
uccidendone uno, mentre gli altri si danno alla fuga. Il fattore è
libero. Il Faetti viene ricompensato con una medaglia al valore dal
Ministero dell'Interno.
Già nel 1897 il concittadino Giovacchino Zamperini detto "Bruscone"
affronta il bandito Giovanni Turchi detto "Baicche"
ricercato da decenni per pluriomicidio. Bruscone in uno scontro a
fuoco con Baicche ha la meglio, Baicche, ferito, è catturato dai
Carabinieri. Ebbe fine così, grazie a Brusone, la latitanza
dell'ultimo bandito maremmano.
|
|
Giuseppe
Soffiantini prigioniero dei banditi ringrazia Montalcino
Nell’estate-autunno
1997 Giuseppe Soffiantini, industriale di Brescia, per mesi fu
tenuto prigioniero da malviventi nella bandita del demanio forestale
di Montalcino ad Ovest della città a 15 Km. di distanza. In
uno dei periodi più “caldi“, quando sembrava che le maglie per
la cattura dei banditi e per la liberazione del prigioniero si
stringessero (questo avvenne nel periodo dello svolgimento della
Sagra del Tordo, ultima Domenica di Ottobre), i montalcinesi
unanimemente “senza se e senza ma” rinunciarono alla loro festa
perché richiamare a Montalcino migliaia e migliaia di turisti
poteva rappresentare un ostacolo all’azione delle forze
dell’ordine.
Giuseppe Soffiantini dopo la fine della sua dolorosa vicenda, fu due
volte a Montalcino. Sotto le Logge di Piazza volle ringraziare in un
pubblico incontro i montalcinesi per il loro comportamento tenuto
durante la sua prigionia.
|
|
Foto: Sotto le logge di piazza Giuseppe
Soffiantini (al centro), imprenditore bresciano, ringrazia
pubblicamente i montalcinesi "per essergli stati vicino"
durante il periodo dei 120 giorni di sequestro, prigioniero nei
boschi del demanio di Montalcino.
|
|
Indice
Montalcino
|
|