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MONTALCINO
LE
LOCALITA' DEL COMUNE
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Torrenieri
e il Castello Altesi
C’è
una Montalcino poco segnalata che merita di essere conosciuta
per la varietà del territorio per la sua storia, per le
strutture monumentali, per le opere d’arte. Ai piedi della
collina verso Nord-Est dopo vigneti ”che sembrano giardini”
ma del resto tutte le vigne coltivate nel montalcinese hanno
questo trattamento, e oliveti, si incontrano le crete con i
calanchi – solco di erosione stretto e profondo inciso dalle
acque dilavanti nei pendii argillosi – qui la terra è
coltivata a grano duro usato per la produzione della pasta. In
questo territorio ad Est, a nove chilometri da Montalcino
incontriamo Torrenieri (302 m. sul livello del mare) castello già
importante nell’antichità lungo la strada Francigena
ricordato nel suo viaggio verso Roma nel 990 dall’arcivescovo
di Canterbury e nominato da Giovanni Boccaccio (1313/1375) nella
novella di Cecco Angiolieri. Conteso nel 1208 dal Comune di
Siena per la sua importanza strategica ebbe a subire numerosi
assalti e distruzioni. Ai margini dell’abitato si conservano
strutture fortificate, nella chiesa di Santa Maria Maddalena vi
è una scultura lignea dei primi del secolo XV. Torrenieri è la
prima stazione del Comune di Montalcino dove si ferma il
“treno-natura” che poi attraversa da Sud Ovest e Nord il
territorio del Comune con soste nelle stazioni di Monte Amiata
Scalo, Sant'Angelo in Colle, Pian delle Vigne, Salceta, tutte
site nel territorio di Montalcino permettendo ai turisti di
effettuare escursioni in tutte le località attraversate.
Proseguendo verso Nord a qualche chilometro di distanza si
incontra il Castello Altesi (152 m. sul livello del mare)
monumentale fortilizio in laterizi con base a scarpa e torrioni
angolari.
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Foto: Il territorio del comune di
Montalcino fa parte del "Parco Artistico Naturale della Val
d'Orcia" il cui territorio è candidato per essere
riconosciuto patrimonio dell'umanità dall'UNESCO
(Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza
e la cultura).
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Foto: Crete Senesi e Calanchi.
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Foto: Castello di Torrenieri, fu
nel medioevo, centro importante per la sua collocazione sul
tracciato della via Francigena. Menzionato nel noto itinerario
dell'Arcivescovo di Canterbury nel 990 avanti il mille nel suo
viaggio verso Roma.
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Foto: Torrenieri in una foto
d'epoca.
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Foto: Monumentale stazione di
Torrenieri che serviva un bacino di utenti dalla Val d'Orcia e
dell' Amiata oltre che del montalcinese. Oggi è centro delle
gite con il "treno natura" che partendo da Siena
transita sulla stazione di Torrenieri, Monte Amiata Scalo,
Sant'Angelo Scalo, Pian delle Vigne, tutte stazioni site nel
territorio del comune di Montalcino. "Il treno natura"
con fermate nelle varie stazioni, permette di effettuare
escursioni ai borghi medievali, ai monumenti, alle case
padronali, ai poderi, ai boschi, e ammirare una natura che è
stata finita e rifinita, così ha ricevuto una forma perfetta
come una vecchia giada cinese che è passata fra mille e mille
mani e dal loro tocco ha preso una bellezza quasi
trascendentale.
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Foto: Castello Altesi, metà del
secolo XIV. Grande costruzione in mattoni con alta base a scarpa
e torrioni angolari.
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La
villa di Montosoli e l'Abbazia di Abbadia ArdengaProseguendo
ancora dopo quattro chilometri si raggiunge Montosoli villa
attribuita a Baldassare Peruzzi (Siena 1481 - Roma 1536) del secolo
XVI. Si può ammirare una lunetta sempre del Peruzzi sopra la porta
d’accesso della grande loggia. La pittura è di grande qualità
soprattutto per i due nudini semisdraiati e nei due medaglioni che
rappresentano la fortuna in piedi su un globo e Giunone su un carro
trainato da un pavone. In basso vi domina l’iscrizione dipinta “
PALLAS QUAS CONDIT- ARCES IPSA COLAT- NOBIS PLACEANT- ANTE OMNIA
SILVE” (a noi piacciono i boschi sopra ogni altra cosa).
Sempre sulla stessa strada più avanti si giunge ad Abbadia Ardenga
(184 m. sul livello del mare), complesso composto da un ex convento
e dalla Chiesa dedicata a Sant'Andrea databile all’Undicesimo
secolo. L’interesse della Chiesa è dato dallo splendido campanile
a vela e da un oratorio gotico con colonnette ed eleganti capitelli.
Si tramanda la voce che da questo convento fosse partita l’ostia
avvelenata che uccise a Buonconvento, a qualche chilometro di
distanza, Enrico VII nel 1313.
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Foto:
Badia Ardenga insieme a Sant'Antimo è il monumento a carattere
religioso piu’ importante del territorio di Montalcino. Risalente
al XII secolo. Caratteristico il campanile a vela e un oratorio
gotico. Si tramanda la voce che da questo convento fosse partita
l'ostia avvelenata che uccise Enrico VII nel 1313 a Buonconvento.
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Castiglione
dei Boschi
Salendo
verso Ovest si raggiunge Castiglione dei Boschi (350 m. sul livello
del mare)
Da ora in avanti tutto quanto verrà segnalato si trova
all’interno della macchia mediterranea e i campi sono coltivati a
viti e olivi.
Nella chiesa di Castiglione del Bosco si può ammirare un affresco
di Pietro Lorenzetti (1280/1348) “l’Annunciazione
dei Santi”. Nella iscrizione si legge che l’opera fu
terminata il 18 novembre 1345. Sempre nella stessa chiesa un
dipinto su tela offre un esempio del gusto degli inizi del
settecento: Maria, la madre celeste, è sospesa a mezz’aria con il
Bambino in Braccio, assistita da due Santi intercessori e protegge
la chiesa ed il Castello, la cui torre qui appare.
Si racconta che il ritratto di nobildonna con l’ermellino (museo
di Cracovia) di Leonardo Da Vinci sia una Gallerani, proprietaria di
Castiglione del Bosco che andò sposa a Ludovico il Pio. Nelle
vicinanze a due chilometri verso Nord, è segnalata la chiesa di San
Michele Arcangelo periodo romano alto gotico con la torre
campanaria, con il suo grande portale attraverso il quale si accede
ad un edificio a navata unica coperto da una volta a crociera.
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Foto:
Borgo di Castiglione del Bosco, la costruzione del castello risale
al secolo XIII. Nelle vicinanze una "chiesa fortificata"
dedicata a San Michele Arcangelo, costruzione Longobarda. Si dice
che il "ritratto di nobildonna con l'ermellino" (museo di
Cracovia) di Leonardo da Vinci sia una Gallerani, proprietaria di
Castiglione del Bosco, che andò sposa a Ludovico il Moro.
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Foto: Nella chiesa parrocchiale
affreschi del pittore Pietro Lorenzetti, artista senese.
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Castello
di Romitorio, Castelgiocondo e Camigliano
Proseguendo
si incontra un bivio andando verso Montalcino: siamo al Castello di
Romitorio in un colle in bella posizione panoramica ed un poderoso
fortilizio a pianta quadrata con quattro grosse torre angolari, a
pietrame grezzo e fasce marcapiano in cotto.
Chi invece svolta a destra incontra il Castello di Castelgiocondo
(411 m. sul livello del mare) interamente ristrutturato fra l’otto
ed il novecento in stile neoclassico, liberty e neo-gotico.
Proseguendo si raggiunge Camigliano (234m. sul livello del mare). Già
sede di un importante Castello entrato fin dai primi del duecento
nell’orbita senese e poi, dalla metà del cinquecento, sede di una
grancia dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. La
prima domenica di Ottobre si svolge una manifestazione storico
folcloristica e gastronomica rievocando l’antico gioco della
ruzzola.
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Foto: Veduta del castello di
Castelgiocondo.
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Foto: Castello di Camigliano subordinato al
comune di Siena fin dagli inizi del 1200. Località nota per la
"Sagra del Galletto" e della manifestazione storico
folcloristica del gioco della Ruzzola, che si svolge la prima domenica di
Ottobre.
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Foto: Nella foto un partecipante alla gara
della Ruzzola.
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Santa
Restituta, Argiano e Poggio alle MuraProseguendo
su una strada principale si raggiunge la chiesa di Santa Restituta
(338 m. sul livello del mare) già ricordata nel 650 avanti il
mille. Nell’impianto a tre brevi navate, spartite da pilastri
rettangolari e concluse da una grande abside semicircolare sono
riconoscibili, malgrado i grossi rimaneggiamenti subiti, alcune
grandi strutture preromaniche. Si può proseguire per Montalcino o
tornare indietro verso Ovest incontriamo Argiano (262 m. sul livello
del mare). Argiano oggi resta una torre massiccia e una chiesetta. A
breve distanza una monumentale villa realizzata da Giovanni Pecci
nella seconda metà del cinquecento che fu definita “la più bella
villa di campagna dello Stato senese". Ripresa la strada si
prosegue e si incontra la chiesa di San Sigismondo, antica pieve
romana ridotta a due navate concluse da un'abside poco distante
troviamo il castello di Poggio alle Mura (226m. sul livello del
mare) proprietà di Villa Banfi. Un bel viale di cipressi ci porta
al centro fortificato a partire dal 1300. E’ un grande castello a
pianta quadrangolare formato da più corpi articolati intorno ad un
cortile porticato con un’alta torre e mura di cinta merlate.
All’interno del castello si può visitare il Museo del vetro.
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Foto: Pieve di Santa Restituta. Abside
e lato sinistro della chiesa. Si ha notizia sin dal '650 avanti il
mille.
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Foto: Argiano, palazzo rinascimentale.
"il piu’ bel palazzo di campagna dello Stato Senese"
(Bartolomeo Gherardini, uditore, nel suo viaggio a Montalcino nel
1676).
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Foto: Poggio alle Mura, proprietà di Villa
Banfi, sede di un originale museo del vetro.
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Sant’Angelo
in Colle
Proseguendo
si sale a Sant'Angelo in Colle, (440 m. sul livello del mare), si
trova registrato in un documento del 1208 dal quale risulta fosse
tenuto al versamento di un’imposta straordinaria al Comune di
Siena. Dai senesi nel 1265 fu designato quale castello di frontiera
e sede di un vicariato. Del castello si conserva un grandioso
torrione in pietra al suo ingresso.
Nella Chiesa parrocchiale un quadro raffigurante San Lorenzo di
Limoges patrono dei carcerati, un dipinto "la resurrezione di
Cristo" del 1476 e "la Madonna in trono con tre Santi".
Nella chiesa della Madonna c’è una tavola –Madonna e Bambino-
attribuita a Pietro Lorenzetti.
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Foto: Sant'Angelo in Colle dalla
caratteristica forma "ovale". Del Castello si ha notizia
sin dal 1208. Nella chiesa parrocchiale si può ammirare un quadro
che raffigura San Leonardo Limoges, patrono dei carcerati. Il
dipinto "Resurrezione di Cristo" del 1476 e la Madonna in
trono con tre Santi. Nella chiesa della Madonna, si trova una tavola
"Madonna e bambino" attribuita a Pietro Lorenzetti.
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Il
Sito etrusco della CivitellaAndando
avanti per la strada della traversa dei Monti si trova un bivio che
proseguendo per Montalcino a circa tre chilometri dalla città c’è
il passo di “lumespento” da dove ad occhio nudo si vede mezzo
mondo, verso Nord, Sud, Est ed Ovest. "A cento passi" un
cartello segnala il sito archeologico della Civitella con una
poderosa Fortezza Etrusca del secolo VI a.C. riportata recentemente
alla luce che ha interessato studiosi italiani e stranieri per la
sua originalità.
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Castelnuovo
dell'Abate, Abbazia di Sant’Antimo, Castello della Velona
Chi
invece al bivio suddetto svolta a destra giungerà a Castelnuovo
dell’Abate, (385m. sul livello del mare). In origine sottoposto
alla signoria di Sant'Antimo oggi è un delizioso borgo con strette
vie e vecchie, con case in pietra e due bei palazzi ed una chiesa
dedicata ai Santi Filippo e Giacomo. All’interno un affresco di
Ventura Salimbeni raffigurante il beato Petro Petroni, il romito
senese che mandò ad ammonire Giovanni Boccaccio. Il Club "Orso
On Bike di Castelnuovo Abate organizza il “Gran Fondo del Brunello
di Mountain Bike“ patrocinato dal Quotidiano sportivo "La
Gazzetta dello Sport". Un maestro di mountain bike di
Castelnuovo dell’Abate organizza visite guidate su itinerari
enoturistici.
Nelle vicinanze la celebre Abbazia di Sant'Antimo (fulcro
monumentale del territorio montalcinese) la cui origine secondo la
tradizione risalirebbe al 781, quando Carlo Magno andrò in
pellegrinaggio a Roma da papa Adriano I per ottenere da Dio la cessazione
della pestilenza. Nell'occasione ricevette in regalo alcune reliquie
dei santi Sebastiano ed Antimo. Al ritorno, vedendo esaudite le sue
richieste, fondò il monastero su cui poi venne eretta l'abbazia
benedettina. Nel XII secolo si rese necessario ampliare la chiesa
(m. 44 x 16) che prese forma attuale. ”Questa chiesa è tale cosa
che una volta veduta non si dimentica più, anche per la strana
posizione topografica, l’Abbazia è racchiusa tutta in una
valletta verde ed è protetta da monti vicinissimi che la nascondono
in semicerchio. Essa appare improvvisamente ed ha la freschezza di
una costruzione recente, il calore trasparente dell’alabastro
orientale, il muto linguaggio dell’eremo, dove si dimentica il
mondo e non si sospira che il cielo”. Ad un chilometro da
Castelnuovo dell’Abate si trova “La Velona” importante
fortilizio in formidabile posizione sulla valle dell’Orcia formato
da due lati edifici a forma rettangolare uno dei quali ripristinato
in “stile” collegati da strutture minori.
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Foto: Castelnuovo dell'Abate, in una
foto d'epoca, il suo sviluppo avvenne sotto l'Abbazia di
Sant'Antimo, che sorge nelle vicinanze. Alla metà del 1200 era già
un centro di rilievo sottoposto al comune di Siena e disegnato fra i
castelli di frontiera.
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Foto: In una foto d'epoca, il piu’
bel palazzo settecentesco, sede estiva del Vescovo di Montalcino.
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Foto: La celebre Abbazia di
Sant'Antimo.
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Foto: Il Club di Castelnuovo dell'Abate
"Orso on bike" organizza il "Gran Fondo del
Brunello" di Mountain bike, patrocinato dal quotidiano sportivo
"La Gazzatta dello Sport". Un maestro di mountain bike di
Castelnuovo dell'Abate, organizza visite guidate a itinerari
enoturistici previa prenotazione.
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Foto: Castello
della Velona, veduta del cortile, in una foto d'epoca. Il
Castello nel 1208 era compreso fra le comunità, tenute a versare una
imposizione al comune di Siena.
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Le
bellezze naturali, le cantine, le strutture agrituristiche
Nelle zone
segnalate in primavera le vigne sono un “mare di verde” che si
perdono a “vista d’occhio”. Gli alberi del bosco sono pieni di
fiori, erica arborea, sambuco, cisto, ginestra, mirto, i cui profumi
inondano i viandanti. All’alba il canto degli uccelli, un vero
concerto a più voci, è un inno all’amore e alla procreazione.
Nel primo autunno le viti sono cariche di uva e gli olivi di olive.
Nel bosco sono già mature le nespole, le sorbe, le castagne, i
corbezzoli con le foglie verdi i fiori bianchi ed il frutto rosso ci
ricordano la bandiera italiana. In tutti gli itinerari segnalati ci
sono strutture agrituristiche e ristoranti dove cucinano pietanze
tipiche locali.
Si possono visitare le cantine del Brunello, vere e proprie
“banche del vino” per come sono sorvegliate giornalmente
controllando il livello di ogni botte e se necessario ricolmarle - di
solito, ma qualche volta scolmarle -, sono delle “casseforti”
per il “tesoro" -Il Brunello- che racchiudono fino al primo
gennaio del quinto anno dopo la vendemmia e fino al primo gennaio
del sesto anno dopo la vendemmia se riserva prima di immetterlo sul
mercato.
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Indice
Montalcino
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