AMICI  di  MONTALCINO  IERI

 

 

HOME  PAGE
LIBRI
MOSTRE
FOTO
GIORNALI
ARCHEOLOGIA
VARIE

 

MONTALCINO
Storia di tutto
e di tutti

 


450° Anniversario della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino
1555 - 1559



 

  
MONTALCINO

 

NOTIZIE  GENERALI

Posizione geografica, le coltivazioni e il bosco

Montalcino sorge a 564 m sul livello del mare fra le valli del fiume Ombrone a Nord Ovest, del fiume Orcia a Sud e dell’Asso ad Est.   E’ una collina “luminosa”, “un davanzale per l’apocalisse”.  A nord il livello più basso si trova in loc.” Vadossi” sulle rive dell’Ombrone, 138 m. sul livello del mare lontano da Montalcino cinque chilometri.
A sud, sulla valle dell’Orcia, il livello più basso è Monte Amiata Scalo, 184 m. sul livello del mare, distante 10 Km. da Montalcino.
Ad Est sulla valle dell’Asso il livello più basso è in località “LAMA” 237 m. sul livello del mare a 4 Km. da Montalcino.
Ad Ovest dove si mescolano le acque dell’Orcia con quelle dell’Ombrone il livello più basso è in loc. “Ricciardella” 84 m. sul livello del mare distante da Montalcino 12 Km.
Montalcino ha una estensione di 24.000 ettari- 240 km.- quadrati. 12.000 ettari costituiscono il territorio coperto da bosco -la caratteristica macchia mediterranea-, Montalcino deve quasi tutto al bosco compreso il suo nome- Mons Ilcinus- (Monte dei Lecci.) Il suo stemma è un leccio su sei rosseggianti monti.
Sempre più sono coloro che passeggiando lungo i sentieri segnalati nel bosco si muniscono di macchina fotografica e immortalano ogni segreto della selva e fotografano piante ultracentenarie, 2.300, che il comune ha censito per difenderle tutte.
3.000 ettari di terreno sono coltivati a vigneti, su 4.000 ettari sono coltivati gli olivi, il restante territorio, escluso i centri abitati, le strade ecc. è coltivato a colture estensive particolarmente grano duro ricercato per la produzione della pasta e a pascolo.
Tutto il territorio è incontaminato, difeso da manomissioni distruttive, l’aria è pura profumata, balsamica. 
 

Foto: Palazzo Comunale del XIII secolo
 

 

Foto: Italia, Toscana, Montalcino
 


Montalcino, città Medievale

Montalcino è una città medievale, si nomina per la prima volta il 29 dicembre 814 quando Lodovico il Pio, figlio di Carlo Magno concede tutto il territorio in feudo ad Apollinare, Abate di S. Antimo.  L’attuale centro abitato cominciò ad essere edificato nel 930 e qualche secolo dopo, dentro le mura era come lo è attualmente. (Nel montalcinese comunque sono state ritrovate testimonianze dell’età della pietra, del bronzo, della civiltà etrusca. Una grande fortezza del VI secolo avanti Cristo è stata riportata alla luce in località Civitella, che interessa studiosi italiani e stranieri).
I nostri antenati non edificarono una accozzaglia irregolare di costruzioni ma un abitato originale, signorile, segno di una cultura urbanistica mirata. In questo “irto sito” realizzarono strade “piane e larghe”, piazze “piane e grandi”. Costruirono nel 1100 oltre quattro chilometri di mura, tredici torrioni a guardia dell’abitato e sei porte. Edificarono strutture monumentali, la cattedrale dedicata a S. Salvatore è dell’XI secolo poi ristrutturata in stile neo classico nel 1818. Il palazzo comunale è del XIII secolo (struttura che non scimmiotta nessun altro del genere), della chiesa di S. Agostino si ha notizia fin dal 1227, di quell’epoca sono anche una parte delle logge di piazza, le Fonti Castellane e poco lontano da Montalcino la celebre Abbazia di S. Antimo del secolo XII. La Fortezza, grande struttura militare è trecentesca.
L’impianto urbanistico, ci ricorda molto vagamente le linee di edificazione romana, la strada principale che dal Nord, (oggi Piazza Cavour) raggiunge Porta Cerbaia a Sud – Cardo – Un’altra importante via che parte da località Vignolo, Est raggiunge l’attuale Via Ricasoli ad Ovest – Decumano – di fatto l’abitato è a forma di croce. 
  
 

Foto: Il gonfalone del Comune di Montalcino: un leccio su sei rosseggianti monti
 


Il Museo Civico e Diocesano di arte sacra e le altre opere d'arte

Dopo aver costruito una città a misura d’uomo, e aver disboscato e terrazzato migliaia di ettari di terreno collinari per coltivare viti, olivi e altri alberi da frutto, che era il segno di una coltura evoluta e raffinata, i nostri antenati dotarono Montalcino di un immenso patrimonio artistico a testimonianza di una vita ricca e varia che si può ammirare nel locale Museo Civico e Diocesano di arte sacra.
Grandi artisti – fra i quali Vincenzo Tamagni - affrescarono lo scrittoio di Montalcino, la Chiesa di S. Francesco, sue pitture si trovano nella Chiesa del Corpus Domini, di S. Croce, della Madonna del Soccorso. Altri artisti lavorarono nella cattedrale, in S. Pietro ed in altre Chiese. 
(Nel montalcinse in questi ultimi anni è stato allestito prima il Museo del vetro a Poggio alle Mura – Villa Banfi e più recentemente ai Podernovi di Stefano Cinelli Colombini, il Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello).
Montalcino fu elevata a città nel 1462 da Papa PIO II e nel 1464 fu fatta Diocesi. Oggi la Diocesi di Montalcino è unita all’Arcidiocesi di Siena e Colle Val d’Elsa.
I nostri avi non tralasciarono di dotare di opere d’arte anche le località limitrofe a Montalcino. Nella piccola chiesa di Castiglione del Bosco si possono ammirare gli affreschi di Pietro Lorenzetti che sono del 1345, un quadro dello stesso autore si trova nella chiesa di S. Angelo in Colle, Ventura Salimbeni affrescò la Chiesa di Castelnuovo dell’Abate, nella Chiesa di Torrenieri si può ammirare una statua lignea del XV secolo
.


Le guerre medievali

La posizione strategica di  Montalcino a cerniera con la Montagna amiatina e con la Maremma, il porto di Talamone - allora importante - a vista d’occhio fu la causa di cinque secoli di calvario che i nostri antenati subirono quando Montalcino fu “piazza e sedia di guerra”.
Montalcino subì cinque assedi, nel 1199, nel 1207, nel 1212, ad opera dei senesi nel 1526, ad opera delle truppe del Papa Clemente VII - Giuliano dei Medici - nel 1553 ad opera delle truppe spagnole comandate da Don Garzia di Toledo cognato di Cosimo I dei Medici. Negli assedi del 1526 e del 1553 Montalcino non fu espugnato.
Ci furono quattro anni di guerra dal 1555 al 1559 quando Siena fu occupata dai fiorentini e dagli spagnoli e la Repubblica di Siena si ritirò in Montalcino creandoci anche una zecca. In quel periodo sulle nostre terre si scontrarono gli eserciti delle due più grandi nazioni europee di allora: la Spagna a sostegno di Firenze, la Francia a sostegno di Siena. Con la pace di Chateau Cambresis Montalcino cadde sotto il dominio mediceo e poi dei Lorena. Montalcino fu l’ultimo baluardo a difesa delle libertà repubblicane in Italia.   
 
 

Foto: L'Uditore Gherardini nell'anno 1676 dei montalcinesi scrisse: "Sono i montalcinesi d'ingegno acuto, e dotati per lo piu' d'una fecondia naturale. I cittadini, e meglio stanti viestono assai civili. La sottigliezza dell'ingegno, fa, che non siano molto docili."
 


1865: arriva la ferrovia, Montalcino esce dal Medioevo

Entrata a far parte dello Stato mediceo Montalcino per tre secoli non conobbe che immobilismo in ogni settore della vita cittadina. Uscì dal Medio Evo definitivamente dopo l’Unità d’Italia 1861 con la costruzione della ferrovia Asciano-Grosseto. Il treno arrivò a Torrenieri il 14.5.1865 – e successivamente la strada ferrata circondò tutto il territorio montalcinese dove furono costruite cinque stazioni ferroviarie. La ferrovia significò sviluppo economico, culturale e sociale, le distanze si avvicinarono.
Oggi questa ferrovia è usata anche per gite turistiche con il –TRENONATURA- con fermate a tutte le stazioni per escursioni dei viaggiatori, visite ai borghi, ai monumenti, alla campagne. 
Dopo il 1861 Montalcino fu sede di una Pretura Mandamentale, dell’Ufficio del Registro, dell’Agenzia delle Imposte Dirette, fu Capo collegio elettorale politico, comprendente 10 Comuni, -della Val d’Arbia, della Val d’Orcia e della Val di Chiana-. Il Candidato che veniva eletto era il Deputato di Montalcino al Parlamento nazionale.
Esistevano allora localmente le scuole ginnasiali per i maschi e per le femmine un corso di preparazione per le scuole normali per poi conseguire il diploma di insegnante elementare. Oggi Montalcino è sede di un Liceo Linguistico.
Nel 1862 nascono le Società operaie di Mutuo Soccorso che oltre ad aiutare i propri soci in caso di bisogno organizzavano scuole di disegno per arti e mestieri e premiate con medaglia d’Oro unitamente alle consorelle di Bologna e di Cremona, in un concorso indetto d’allora Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio nel 1903 per avere iscritto tutti i propri soci al nascente Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, e pagati tanti contributi a favore di essi permettendo loro di ottenere la pensione a sessanta anni.
Nel 1886 nasce il primo quindicinale locale, stampato in una Tipografia locale “ l’Elce” altri ne seguiranno. Oggi si pubblicano tre mensili e quaderni annuali “Anthimiana” - studi e ricerche sull’Abbazia di S. Antimo-.

Sempre dopo l’Unità d’Italia il teatro degli Astrusi diventa un centro per le rappresentazioni te
atrali da parte delle Compagnie itineranti e di dilettanti locali. Questa tradizione è continuata: nel 1980 nasce il Festival Internazionale dell’Attore (oggi unito a quello della Val d’Orcia – Itinerari d’Arte, Cultura, Teatro, Poesia e Laboratorio-) dove recitarono attori di fama nazionale e internazionale, il grande Edoardo De Filippo salì sul palcoscenico per l’ultima volta nel teatro all’aperto della locale fortezza trecentesca.
Nel 1907 a Montalcino si proiettavano pellicole cinematografiche.  


Nasce il tipo di Brunello che oggi ha conquistato il mondo

Clemente Santi –1795/1885- a cavallo fra la prima e la seconda metà dell’800 con grandi investimenti e lunghe ricerche creò un vino rosso – Brunello di Montalcino – durevole tale da potersi esporre alla lunga navigazione. Nel 1869 ottiene con il suo Brunello – vendemmia 1865 – una medaglia di argento. E’ la prima volta che il Brunello viene premiato, nasce allora il grande nettare conosciuto in tutto il mondo.
Il trisnipote di Clemente, Tancredi Biondi Santi - 1893/1970 -, creò il Brunello riserva 1955 che la Rivista “Wine Spectator” del 31.1.1999, classificò unico vino italiano fra i dodici migliori vini prodotti nel mondo nel secolo XX. 
Il giornalista della suddetta rivista James Suckling scrisse “dove sarebbe l’Italia senza i grandi vini vecchi di Biondi Santi”?
Montalcino fu colpito da una crisi economica, culturale sociale senza precedenti a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta del novecento. Persero lavoro ottocento boscaioli, le campagne si spopolarono, la popolazione del Comune diminuì del 40%. La rinascita avvenne con le vigne, con gli oliveti, con il recupero dei monumenti, con la valorizzazione del patrimonio artistico, con il turismo. 
Il 30 maggio 1966 la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana pubblicò il disciplinare sul Brunello. Nel 1967 fu costituito il Consorzio del Vino Brunello, i soci fondatori furono 25 (oggi 220).
Il Brunello di Montalcino vendemmia 1980 fu il primo vino italiano ad essere promosso dalla denominazione d’origine controllata alla denominazione d’origine controllata e garantita. 
Un’altra creatività dei montalcinesi fu quella di poter produrre da uno stesso vitigno un vino DOCG -Brunello- e uno DOC -Rosso di Montalcino-.  


Dati sulla commercializzazione del Brunello e regole di produzione

Nel 2002 furono commercializzate 5.284.475 bottiglie di Brunello, il 64% esportato all’estero. Il Brunello è il Vino più venduto in Italia. Su 100 bottiglie di Vino che si vendono 17 sono di Brunello.
Sono state commercializzate 3.252.510 bottiglie di “Rosso”, altre bottiglie di Vino DOC per un totale di 9.061.981. Si stima che con la commercializzazione delle bottiglie di vino Indicazione Geografica Tipica (IGT) le bottiglie prodotte a Montalcino    ammontino a 15.000.000. In altre parole ogni giorno e per 365 giorni nelle nostre cantine arrivano 40.000 bottiglie vuote e ripartano 40.000 bottiglie piene di vino.
Il Brunello deve stare in botte di rovere almeno due anni e non può essere messo in commercio prima del primo gennaio del quinto anno dopo quello della vendemmia. Se il Brunello è qualificato riserva non può essere messo in commercio prima del I gennaio del sesto anno dopo la vendemmia.
Per ogni ettaro di vigna classificata a Brunello non si può produrre più di 54,4 ettolitri di vino. 
Fino a quando le viti non hanno cinque anni di vita le uve raccolte non possono essere tutte destinate alla produzione del Brunello.
Il Brunello deve avere un titolo alcolometrico volumico minimo naturale del 12%. Se si indica il nome della vigna questo parametro deve raggiungere il 12,5%. Comunque non può essere messo in commercio con meno di 12,5%.
Quando il vignaiolo sceglie di destinare il vino a Rosso di Montalcino questo non può essere messo in commercio prima del I gennaio del secondo anno dopo la vendemmia.
Il Brunello di Montalcino è prodotto in un ambiente tipico che forse non ha eguali. Il terreno dove si coltivano le vigne a Brunello ha questi requisiti: geocronologicamente attribuiti ad un intervallo di tempo che va dal cretaceo al pliocene.
I vigneti sono coltivati all’interno dei 12.000 ettari della macchia mediterranea senza   inquinamento di sorta, l’aria è pura, profumata e balsamica.
  


Dati metereologici

Nel montalcinese mediamente cadono ogni anno 812 mm. di pioggia (un millimetro di pioggia equivale ad un litro per ogni metro quadrato).
Nel periodo della maturazione delle uve -agosto settembre- mediamente la temperatura massima è + 32,56, la minima è di + 10,66. In questo ambiente particolarmente arido le uve hanno tutto l’aiuto del sole che senza essere eccessivamente cocente favorisce la maturazione dei grappoli.
In ogni bottiglia di Brunello è racchiusa, oltre alla sapienza dei vignaioli, tutta questa specificità donata da questa nostra terra “benedetta da Dio”.  


Montalcino non è solo Brunello

La nostra agricoltura non è solo vino. Si raccolgono 4.500/5.000 quintali di olio d’oliva che ha ottenuto la denominazione d’origine protetta Terre di Siena.
Montalcino è conosciuto come la “capitale” del miele. Nel mese di settembre si svolge la “ settimana del Miele” mostra mercato e convegno nazionale di agricoltura”. 
Montalcino non è solo agricoltura. C’è una piccola industria che produce ceramiche sanitarie, materiali per l’edilizia, lavorazione del ferro, falegnamerie. 
Nella tradizione dei nostri sapienti antenati, nel 1902 a Montalcino fu costruito un impianto di luce elettrica. La città fu elettrificata, oggi sono 115 le aziende artigiane iscritte alla Camera di Commercio di Siena, restauratori di mobili antichi, laboratori di restauro e conservazione di opere d’arte, ferro battuto, sculture in legno, lavoratori dell’onice, realizzatori di pipe di erica arborea, orafi, tessitori, ceramisti, calzolai, grafici, fotografi, tipografi solo per citarne alcuni. 
Le licenze commerciali rilasciate sono 303. In genere è un commercio altamente qualificato -la Fiaschetteria aperta nel 1888- è uno dei 150 locali storici d’Italia. L’Albergo il Giglio nel 1913 a Viareggio ottenne una medaglia d’oro. 
La ricettività negli alberghi, nelle aziende agrituristiche, copiose nelle nostre campagne, gli affittacamere, dispone di 1200 posti letto. 
La ristorazione locale dispone di 2.500 posti a tavola, la cucina è tipica locale.

L’aiuto verso il prossimo da parte dei montalcinesi viene da lontano. Nel Medio Evo funzionavano 9 ospedali e ognuno per specifiche prestazioni. Si fusero con il Santa Maria della Croce che fu il sostegno di Montalcino anche con la creazione di un Monte Pio al servizio della collettività. Oggi questo Ospedale è Ospedale di Comunità. La Confrater
nita di Misericordia, antica istituzione, oggi conta 1400 confratelli. Parte di essi impegnati nel lavoro volontario. All’AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) aderiscono 400 donatori effettivi che rappresentano l’8% di tutta la popolazione.
A Montalcino esistono oltre 40 organizzazioni di volontariato impegnate in vari settori della vita cittadina.  


Le manifestazioni culturali, folcloristiche d a difesa dell'ambiente

Montalcino, già segnalato come luogo di villeggiatura all’inizio del ‘900 dall'Associazione per il “Movimento dei Forestieri”, è visitato ogni anno da 1 milione di turisti, richiamati dal Brunello ma anche dai monumenti, dai panorami, dal territorio del Parco Artistico Naturale, Culturale della Val d’Orcia di cui Montalcino fa parte, candidato ad essere riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Montalcino ha ottenuto la certificazione ISO 14001  e anche questa è un viatico per richiamare turisti. Tale certificazione è un grande risultato che premia il comune per aver realizzato il progetto "Montalcino Ambiente" che copre le attività di pianificazione, gestione e controllo del territorio nei servizi di raccolta dei rifiuti, del verde pubblico nella gestione del patrimonio agricolo e forestale ecc. e che prevede il coinvolgimento diretto di tutte le attività imprenditoriali locali con particolare attenzione al rinomato comparto vitivinicolo (nuove aziende vitivinicole hanno già aderito, di cui 4 raggiungeranno la certificazione ISO 14001 nella primavera del 2004 per aver attuato metodi di produzione ecocompatibili - trattamenti disinfettanti non indiscriminati pali di legno a sostegno delle viti, siepi vive costruite da essenze della macchia locale). Anche le iniziative culturali sono un richiamo turistico: teatro Val d’Orcia e Festival di Montalcino che si svolge nel mese di Luglio e d’Agosto. Nel mese di luglio nella trecentesca fortezza si svolge il Jazz Wine dove si esibiscono i più grandi nomi del Jazz. 
I premi letterari “Casato Prime Donne” e il “ Premio Città di Montalcino” per la storia della Civiltà contadina.

Benvenuto Brunello che si svolge nel mese di febbraio quando si assegnano le stelle al Brunello per la vendemmia dell’anno precedente, e si premiano Enoteche, Ristoranti, Osterie che nel mondo hanno presentato nel migliore dei modi il Brunello, la Settimana del Miele che ha luogo nel mese di settembre, il Gran Fondo del Brunello corsa ciclistica in Mountain Bike, patrocinata dal quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport, III  fine settimana di settembre, Festa del Galletto e antico gioco della ruzzola, manifestazione folcloristica che si tiene nella prima domenica di ottobre, l’apertura delle Cacce seconda domenica di Agosto, Sagra del Tordo ultima domenica di ottobre, manifestazioni storiche, culturali, folcloristiche e gastronomiche delle quali i quartieri, Borghetto, Pianello, Ruga Trava
glio sono l’anima e che richiamano a Montalcino migliaia e migliaia di persone e che sono la rievocazione della "Festa della Caccia" che aveva luogo localmente già il 15 d'agosto del 1490.
La Sagra del Tordo si è guadagnata la fama nazionale quando è stata inserita nel calendario dell’Ente Nazionale Italiano per il Turismo del 1980 a tema “Italia: Vacanze come spettacolo” insieme alla Scala di Milano, L’Arena di Verona ecc. ecc.   
 
 

Foto: Anno 2003: il Comune di Montalcino "premiato" con la certificazione ISO 14001 per le sue scelte in materia ecologica
 


La "fecondia" dei Montalcinesi

A suggellare la “fecondia” passata e presente dei montalcinesi è stato il marchio di qualità “la bandiera arancione” assegnata dal Touring Club nel 2003 ai montalcinesi. Dopo aver stilato una graduatoria finale tenendo conto di alcuni criteri specifici, accoglienza, servizi ricettivi -alberghi e ristoranti- attrattive teatrali, culturali, sociali, artistiche, l’esame di sostenibilità e qualità ambientale. Tutti elementi che vengono miscelati con la valutazione della cortesia verso il turista, delle specificità gastronomiche offerte nel rispetto delle tradizioni locali. L’assegnazione della “bandiera arancione” costituisce una preziosa indicazione per chi cerca un turismo di qualità ma fuori dai soliti circuiti. 
 
(Dal sito ufficiale del Comune di Montalcino - Maggio 2005) "Dopo il riconoscimento da parte dell'Unesco quale patrimonio dell'Umanità, ne arriva per la Val d'Orcia un altro inaspettato e di altrettanto valore, Lega Ambiente nel suo report annuale ha dichiarato infatti che la Val d'Orcia appunto è il luogo in Italia dove si vive meglio. Il risultato è stato ottenuto avvalendosi di parametri di natura Ambientale, economica e sociale, (servizi)."
 

I montalcinesi da sempre sono stati capaci di grandi passioni e di tanta umanità, non hanno mai inventato storie. La loro storia che è storia totale, cioè di tutto e di tutti, è secoli di cultura, di libertà, di solidarietà di inventiva che ha contribuito a fare grande l’Italia e a farla conoscere nel mondo.
 
Per saperne di più su Montalcino continuate a navigare su questo sito.
  
  
 

Foto: La "Bandiera Arancione" è il marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club assegnato a quei comuni che valorizzano il patrimonio culturale, tutelano l'ambiente, hanno la cultura dell'ospitalità, qualità della ristorazione e dei prodotti tipici. La Bandiera Arancione garantisce la qualità dell'esperienza di visita simulata, analizzata  e scrupolosamente valutata. Questo ha meritato Montalcino!
 

 

Foto: Val d'Orcia "PATRIMONIO DELL'UMANITA'" (che comprende tutto il territorio del Comune di Montalcino). Lo ha deciso l'Unesco in una recente riunione a Pechino. La foto è stata ripresa dal quotidiano "La Stampa" che l'ha pubblicata in prima pagina il 15 luglio 2004. 
 


Indice Montalcino