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MONTALCINO
NOTIZIE
GENERALI
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Posizione
geografica, le coltivazioni e il bosco
Montalcino
sorge a 564 m sul livello del mare fra le valli del fiume Ombrone
a Nord Ovest, del fiume Orcia a Sud e dell’Asso ad Est.
E’
una collina “luminosa”, “un davanzale per
l’apocalisse”. A nord il livello più basso si trova in
loc.”
Vadossi” sulle rive dell’Ombrone, 138 m. sul livello del
mare lontano da Montalcino cinque chilometri.
A sud, sulla valle dell’Orcia, il livello più basso è Monte Amiata
Scalo, 184 m. sul livello del mare, distante 10 Km. da
Montalcino.
Ad Est sulla valle dell’Asso il livello più basso è in località
“LAMA” 237 m. sul livello del mare a 4 Km. da Montalcino.
Ad Ovest dove si mescolano le acque dell’Orcia con quelle
dell’Ombrone il livello più basso è in loc.
“Ricciardella” 84 m. sul livello del mare distante da
Montalcino 12 Km.
Montalcino ha una estensione di 24.000 ettari- 240 km.- quadrati.
12.000 ettari costituiscono il territorio coperto da bosco -la caratteristica macchia mediterranea-, Montalcino deve quasi
tutto al bosco compreso il suo nome- Mons Ilcinus- (Monte dei
Lecci.) Il suo stemma è un leccio su sei rosseggianti monti.
Sempre
più sono coloro che passeggiando lungo i sentieri
segnalati nel bosco si muniscono di macchina fotografica e
immortalano ogni segreto della selva e fotografano piante
ultracentenarie, 2.300, che il comune ha censito per difenderle
tutte.
3.000 ettari di terreno sono coltivati a vigneti, su 4.000
ettari sono coltivati gli olivi, il restante territorio, escluso
i centri abitati, le strade ecc. è coltivato a colture
estensive particolarmente grano duro ricercato per la produzione
della pasta e a pascolo.
Tutto il territorio è incontaminato, difeso da manomissioni
distruttive, l’aria è pura profumata, balsamica.
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Foto: Palazzo Comunale del
XIII secolo
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Foto: Italia, Toscana, Montalcino
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Montalcino, città Medievale
Montalcino è
una città medievale, si nomina per la prima volta il 29 dicembre
814 quando Lodovico il Pio, figlio di Carlo Magno concede tutto il territorio in feudo ad Apollinare, Abate di S. Antimo.
L’attuale centro abitato cominciò ad essere edificato nel 930 e
qualche secolo dopo, dentro le mura era come lo è attualmente. (Nel
montalcinese comunque sono state ritrovate testimonianze dell’età
della pietra, del bronzo, della civiltà etrusca. Una grande
fortezza del VI secolo avanti Cristo è stata riportata alla luce in
località Civitella, che interessa studiosi italiani e stranieri).
I nostri antenati non edificarono una accozzaglia irregolare di
costruzioni ma un abitato originale, signorile, segno di una cultura
urbanistica mirata. In questo “irto sito” realizzarono strade
“piane e larghe”, piazze “piane e grandi”. Costruirono nel
1100 oltre quattro chilometri di mura, tredici torrioni a guardia
dell’abitato e sei porte. Edificarono strutture monumentali, la
cattedrale dedicata a S. Salvatore è dell’XI secolo poi
ristrutturata in stile neo classico nel 1818. Il palazzo comunale è
del XIII secolo (struttura che non scimmiotta nessun altro del
genere), della chiesa di S. Agostino si ha notizia fin dal 1227, di
quell’epoca sono anche una parte delle logge di piazza, le Fonti
Castellane e poco lontano da Montalcino la celebre Abbazia di S.
Antimo del secolo XII. La Fortezza, grande struttura militare è
trecentesca.
L’impianto urbanistico, ci ricorda molto vagamente le linee di
edificazione romana, la strada principale che dal Nord, (oggi Piazza
Cavour) raggiunge Porta Cerbaia a Sud – Cardo – Un’altra
importante via che parte da località Vignolo, Est raggiunge
l’attuale Via Ricasoli ad Ovest – Decumano – di fatto
l’abitato è a forma di croce.
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Foto: Il gonfalone del Comune
di Montalcino: un leccio su sei rosseggianti monti
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Il Museo Civico e Diocesano di arte sacra e le altre opere d'arte
Dopo aver
costruito una città a misura d’uomo, e aver disboscato e
terrazzato migliaia di ettari di terreno collinari per coltivare
viti, olivi e altri alberi da frutto, che era il segno di una
coltura evoluta e raffinata, i nostri antenati dotarono Montalcino
di un immenso patrimonio artistico a testimonianza di una vita ricca
e varia che si può ammirare nel locale Museo Civico e Diocesano di
arte sacra.
Grandi artisti – fra i quali Vincenzo Tamagni - affrescarono lo scrittoio di
Montalcino, la Chiesa di S. Francesco, sue pitture si trovano nella
Chiesa del Corpus Domini, di S. Croce, della Madonna del Soccorso.
Altri artisti lavorarono nella cattedrale, in S. Pietro ed in altre
Chiese.
(Nel montalcinse in questi ultimi anni è stato allestito prima il
Museo del vetro a Poggio alle Mura – Villa Banfi e più
recentemente ai Podernovi di Stefano Cinelli Colombini, il Museo
della Comunità di Montalcino e del Brunello).
Montalcino fu elevata a città nel 1462 da Papa PIO II e nel 1464 fu
fatta
Diocesi. Oggi la Diocesi di Montalcino è unita all’Arcidiocesi di
Siena e Colle Val d’Elsa.
I nostri avi non tralasciarono di dotare di opere d’arte anche le
località limitrofe a Montalcino. Nella piccola chiesa di Castiglione
del Bosco si possono ammirare gli affreschi di Pietro Lorenzetti che
sono del 1345, un quadro dello stesso autore si trova nella chiesa
di S. Angelo in Colle, Ventura Salimbeni affrescò la Chiesa di
Castelnuovo dell’Abate, nella Chiesa di Torrenieri si può
ammirare una statua lignea del XV secolo.
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Le guerre
medievali
La posizione
strategica di Montalcino a cerniera con la Montagna amiatina e con
la Maremma, il porto di Talamone - allora importante - a vista
d’occhio fu la causa di cinque secoli di calvario che i nostri
antenati subirono quando Montalcino fu “piazza e sedia di
guerra”.
Montalcino subì cinque assedi, nel 1199, nel 1207, nel 1212, ad
opera dei senesi nel 1526, ad opera delle truppe del Papa Clemente
VII - Giuliano dei Medici - nel 1553 ad opera delle
truppe spagnole comandate da Don Garzia di Toledo cognato di Cosimo
I dei Medici. Negli assedi del 1526 e del 1553 Montalcino non fu
espugnato.
Ci furono quattro anni di guerra dal 1555 al 1559 quando Siena fu
occupata dai fiorentini e dagli spagnoli e la Repubblica di Siena si
ritirò in Montalcino creandoci anche una zecca. In quel periodo sulle nostre terre si
scontrarono gli eserciti delle due più grandi nazioni europee di
allora: la Spagna a sostegno di Firenze, la Francia a sostegno di
Siena. Con la pace di Chateau Cambresis Montalcino cadde sotto il
dominio mediceo e poi dei Lorena. Montalcino fu l’ultimo baluardo
a difesa delle libertà repubblicane in Italia.
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Foto: L'Uditore Gherardini
nell'anno 1676 dei montalcinesi scrisse: "Sono i
montalcinesi d'ingegno acuto, e dotati per lo piu' d'una fecondia
naturale. I cittadini, e meglio stanti viestono assai civili. La
sottigliezza dell'ingegno, fa, che non siano molto docili."
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1865:
arriva la ferrovia, Montalcino esce dal Medioevo
Entrata a far
parte dello Stato mediceo Montalcino per tre secoli non conobbe che
immobilismo in ogni settore della vita cittadina. Uscì dal Medio
Evo definitivamente dopo l’Unità d’Italia 1861 con la
costruzione della ferrovia Asciano-Grosseto. Il treno arrivò a
Torrenieri il 14.5.1865 – e successivamente la strada ferrata
circondò tutto il territorio montalcinese dove furono costruite
cinque stazioni ferroviarie. La ferrovia significò sviluppo
economico, culturale e sociale, le distanze si avvicinarono.
Oggi questa ferrovia è usata anche per gite turistiche con il –TRENONATURA-
con fermate a tutte le stazioni per escursioni dei viaggiatori,
visite ai borghi, ai monumenti, alla campagne.
Dopo il 1861 Montalcino fu sede di una Pretura Mandamentale,
dell’Ufficio del Registro, dell’Agenzia delle Imposte Dirette,
fu Capo collegio elettorale politico, comprendente 10 Comuni, -della
Val d’Arbia, della Val d’Orcia e della Val di Chiana-. Il
Candidato che veniva eletto era il Deputato di Montalcino al
Parlamento nazionale.
Esistevano allora localmente le scuole ginnasiali per i maschi e per
le femmine un corso di preparazione per le scuole normali per poi
conseguire il diploma di insegnante elementare. Oggi Montalcino è
sede di un Liceo Linguistico.
Nel 1862 nascono le Società operaie di Mutuo Soccorso che oltre ad
aiutare i propri soci in caso di bisogno organizzavano scuole di
disegno per arti e mestieri e premiate con medaglia d’Oro
unitamente alle consorelle di Bologna e di Cremona, in un concorso
indetto d’allora Ministero dell’Agricoltura, Industria e
Commercio nel 1903 per avere iscritto tutti i propri soci al
nascente Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, e pagati
tanti contributi a favore di essi permettendo loro di ottenere la
pensione a sessanta anni.
Nel 1886 nasce il primo quindicinale locale, stampato in una
Tipografia locale “ l’Elce” altri ne seguiranno. Oggi si
pubblicano tre mensili e quaderni annuali “Anthimiana” - studi e
ricerche sull’Abbazia di S. Antimo-.
Sempre dopo l’Unità d’Italia il teatro degli Astrusi diventa un
centro per le rappresentazioni teatrali
da parte delle Compagnie itineranti e di dilettanti locali. Questa
tradizione è continuata: nel 1980 nasce il Festival Internazionale
dell’Attore (oggi unito a quello della Val d’Orcia – Itinerari
d’Arte, Cultura, Teatro, Poesia e Laboratorio-) dove recitarono
attori di fama nazionale e internazionale, il grande Edoardo De
Filippo salì sul palcoscenico per l’ultima volta nel teatro
all’aperto della locale fortezza trecentesca.
Nel 1907 a Montalcino si proiettavano pellicole cinematografiche.
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Nasce
il tipo di Brunello che oggi ha conquistato il mondo
Clemente Santi
–1795/1885- a cavallo fra la prima e la seconda metà dell’800
con grandi investimenti e lunghe ricerche creò un vino rosso –
Brunello di Montalcino – durevole tale da potersi esporre alla
lunga navigazione. Nel 1869 ottiene con il suo Brunello –
vendemmia 1865 – una medaglia di argento. E’ la prima volta che
il Brunello viene premiato, nasce allora il grande nettare
conosciuto in tutto il mondo.
Il trisnipote di Clemente, Tancredi Biondi Santi - 1893/1970 -, creò
il Brunello riserva 1955 che la Rivista “Wine Spectator” del
31.1.1999, classificò unico vino italiano fra i dodici migliori vini
prodotti nel mondo nel secolo XX.
Il giornalista della suddetta rivista James Suckling scrisse “dove sarebbe l’Italia senza i grandi vini vecchi di Biondi
Santi”?
Montalcino fu colpito da una crisi economica, culturale sociale
senza precedenti a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta
del novecento. Persero lavoro ottocento boscaioli, le campagne si
spopolarono, la popolazione del Comune diminuì del 40%. La
rinascita avvenne con le vigne, con gli oliveti, con il recupero dei
monumenti, con la valorizzazione del patrimonio artistico, con il
turismo.
Il 30 maggio 1966 la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
pubblicò il disciplinare sul Brunello. Nel 1967 fu costituito il
Consorzio del Vino Brunello, i soci fondatori furono 25 (oggi 220).
Il Brunello di Montalcino vendemmia 1980 fu il primo vino italiano
ad essere promosso dalla denominazione d’origine controllata alla
denominazione d’origine controllata e garantita.
Un’altra creatività dei montalcinesi fu quella di poter produrre
da uno stesso vitigno un vino DOCG -Brunello- e uno DOC -Rosso di
Montalcino-.
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Dati sulla
commercializzazione del Brunello e regole di produzione
Nel 2002 furono
commercializzate 5.284.475 bottiglie di Brunello, il 64% esportato
all’estero. Il Brunello è il Vino più venduto in Italia. Su 100
bottiglie di Vino che si vendono 17 sono di Brunello.
Sono state commercializzate 3.252.510 bottiglie di “Rosso”,
altre bottiglie di Vino DOC per un totale di 9.061.981. Si stima che
con la commercializzazione delle bottiglie di vino Indicazione
Geografica Tipica (IGT) le bottiglie prodotte a Montalcino
ammontino a 15.000.000. In altre parole ogni giorno e per 365 giorni
nelle nostre cantine arrivano 40.000 bottiglie vuote e ripartano
40.000 bottiglie piene di vino.
Il Brunello deve stare in botte di rovere almeno due anni e non può
essere messo in commercio prima del primo gennaio del quinto anno
dopo quello della vendemmia. Se il Brunello è qualificato riserva
non può essere messo in commercio prima del I gennaio del sesto
anno dopo la vendemmia.
Per ogni ettaro di vigna classificata a Brunello non si può
produrre più di 54,4 ettolitri di vino.
Fino a quando le viti non hanno cinque anni di vita le uve raccolte
non possono essere tutte destinate alla produzione del Brunello.
Il Brunello deve avere un titolo alcolometrico volumico minimo
naturale del 12%. Se si indica il nome della vigna questo parametro
deve raggiungere il 12,5%. Comunque non può essere messo in
commercio con meno di 12,5%.
Quando il vignaiolo sceglie di destinare il vino a Rosso di
Montalcino questo non può essere messo in commercio prima del I
gennaio del secondo anno dopo la vendemmia.
Il Brunello di Montalcino è prodotto in un ambiente tipico che
forse non ha eguali. Il terreno dove si coltivano le vigne a
Brunello ha questi requisiti: geocronologicamente attribuiti ad un
intervallo di tempo che va dal cretaceo al pliocene.
I vigneti sono coltivati all’interno dei 12.000 ettari della
macchia mediterranea senza inquinamento di sorta,
l’aria è pura, profumata e balsamica.
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Dati metereologici
Nel
montalcinese mediamente cadono ogni anno 812 mm. di pioggia (un
millimetro di pioggia equivale ad un litro per ogni metro quadrato).
Nel periodo della maturazione delle uve -agosto settembre- mediamente
la temperatura massima è + 32,56, la minima è di + 10,66. In
questo ambiente particolarmente arido le uve hanno tutto l’aiuto
del sole che senza essere eccessivamente cocente favorisce la
maturazione dei grappoli.
In ogni bottiglia di Brunello è racchiusa, oltre alla sapienza dei
vignaioli, tutta questa specificità donata da questa nostra terra
“benedetta da Dio”.
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Montalcino
non è solo Brunello
La nostra
agricoltura non è solo vino. Si raccolgono 4.500/5.000 quintali di
olio d’oliva che ha ottenuto la denominazione d’origine protetta
Terre di Siena.
Montalcino è conosciuto come la “capitale” del miele. Nel mese
di settembre si svolge la “ settimana del Miele” mostra mercato
e convegno nazionale di agricoltura”.
Montalcino non è solo agricoltura. C’è una piccola industria che
produce ceramiche sanitarie, materiali per l’edilizia, lavorazione
del ferro, falegnamerie.
Nella tradizione dei nostri sapienti antenati, nel 1902 a Montalcino
fu costruito un impianto di luce elettrica. La città fu
elettrificata, oggi sono 115 le aziende artigiane iscritte alla
Camera di Commercio di Siena, restauratori di mobili antichi,
laboratori di restauro e conservazione di opere d’arte, ferro
battuto, sculture in legno, lavoratori dell’onice, realizzatori di
pipe di erica arborea, orafi, tessitori, ceramisti, calzolai,
grafici, fotografi, tipografi solo per citarne alcuni.
Le licenze commerciali rilasciate sono 303. In genere è un commercio
altamente qualificato -la Fiaschetteria aperta nel 1888- è uno dei
150 locali storici d’Italia. L’Albergo il Giglio nel 1913 a
Viareggio ottenne una medaglia d’oro.
La ricettività negli alberghi, nelle aziende agrituristiche,
copiose nelle nostre campagne, gli affittacamere, dispone di 1200
posti letto.
La ristorazione locale dispone di 2.500 posti a tavola, la cucina è
tipica locale.
L’aiuto verso il prossimo da parte dei montalcinesi viene da
lontano. Nel Medio Evo funzionavano 9 ospedali e ognuno per
specifiche prestazioni. Si fusero con il Santa Maria della Croce che
fu il sostegno di Montalcino anche con la creazione di un Monte Pio
al servizio della collettività. Oggi questo Ospedale è Ospedale di
Comunità. La Confraternita
di Misericordia, antica istituzione, oggi conta 1400 confratelli.
Parte di essi impegnati nel lavoro volontario. All’AVIS
(Associazione Volontari Italiani Sangue) aderiscono 400 donatori
effettivi che rappresentano l’8% di tutta la popolazione.
A Montalcino esistono oltre 40 organizzazioni di volontariato
impegnate in vari settori della vita cittadina.
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Le manifestazioni
culturali, folcloristiche d a difesa dell'ambiente
Montalcino, già
segnalato come luogo di villeggiatura all’inizio del ‘900 dall'Associazione per il “Movimento dei Forestieri”, è visitato ogni
anno da 1 milione di turisti, richiamati dal Brunello ma anche dai
monumenti, dai panorami, dal territorio del Parco Artistico
Naturale, Culturale della Val d’Orcia di cui Montalcino fa parte,
candidato ad essere riconosciuto dall’Unesco Patrimonio
dell’Umanità. Montalcino ha ottenuto la certificazione ISO 14001
e anche questa è un viatico per richiamare turisti. Tale
certificazione è un grande risultato che premia il comune per aver
realizzato il progetto "Montalcino Ambiente" che copre le
attività di pianificazione, gestione e controllo del territorio nei
servizi di raccolta dei rifiuti, del verde pubblico nella gestione
del patrimonio agricolo e forestale ecc. e che prevede il
coinvolgimento diretto di tutte le attività imprenditoriali locali
con particolare attenzione al rinomato comparto vitivinicolo (nuove
aziende vitivinicole hanno già aderito, di cui 4 raggiungeranno la
certificazione ISO 14001 nella primavera del 2004 per aver attuato
metodi di produzione ecocompatibili - trattamenti disinfettanti non
indiscriminati pali di legno a sostegno delle viti, siepi vive
costruite da essenze della macchia locale). Anche le iniziative
culturali sono un richiamo turistico: teatro Val d’Orcia e
Festival di Montalcino che si svolge nel mese di Luglio e
d’Agosto. Nel mese di luglio nella trecentesca fortezza si svolge
il Jazz Wine dove si esibiscono i più grandi nomi del Jazz.
I premi letterari “Casato Prime Donne” e il “ Premio Città di
Montalcino” per la storia della Civiltà contadina.
Benvenuto Brunello che si svolge nel mese di febbraio quando si
assegnano le stelle al Brunello per la vendemmia dell’anno
precedente, e si premiano Enoteche, Ristoranti, Osterie che nel
mondo hanno presentato nel migliore dei modi il Brunello, la
Settimana del Miele che ha luogo nel mese di settembre, il Gran
Fondo del Brunello corsa ciclistica in Mountain Bike, patrocinata
dal quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport, III
fine settimana di settembre, Festa del Galletto e antico gioco della
ruzzola, manifestazione folcloristica che si tiene nella prima
domenica di ottobre, l’apertura delle Cacce seconda domenica di
Agosto, Sagra del Tordo ultima domenica di ottobre, manifestazioni
storiche, culturali, folcloristiche e gastronomiche delle quali i
quartieri, Borghetto, Pianello, Ruga Travaglio
sono l’anima e che richiamano a Montalcino migliaia e migliaia di
persone e che sono la rievocazione della "Festa della
Caccia" che aveva luogo localmente già il 15 d'agosto del
1490.
La Sagra del Tordo si è guadagnata la fama nazionale quando è
stata inserita nel calendario dell’Ente Nazionale Italiano per il
Turismo del 1980 a tema “Italia: Vacanze come spettacolo”
insieme alla Scala di Milano, L’Arena di Verona ecc. ecc.
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Foto: Anno 2003: il Comune di
Montalcino "premiato" con la certificazione ISO 14001 per
le sue scelte in materia ecologica
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La
"fecondia"
dei Montalcinesi
A suggellare la
“fecondia” passata e presente dei montalcinesi è stato il
marchio di qualità “la bandiera arancione” assegnata dal
Touring Club nel 2003 ai montalcinesi. Dopo aver stilato una
graduatoria finale tenendo conto di alcuni criteri specifici,
accoglienza, servizi ricettivi -alberghi e ristoranti- attrattive
teatrali, culturali, sociali, artistiche, l’esame di sostenibilità
e qualità ambientale. Tutti elementi che vengono miscelati con la
valutazione della cortesia verso il turista, delle specificità
gastronomiche offerte nel rispetto delle tradizioni locali.
L’assegnazione della “bandiera arancione” costituisce una
preziosa indicazione per chi cerca un turismo di qualità ma fuori
dai soliti circuiti.
(Dal sito ufficiale del Comune di Montalcino - Maggio 2005)
"Dopo il riconoscimento da parte dell'Unesco quale patrimonio
dell'Umanità, ne arriva per la Val d'Orcia un altro inaspettato e
di altrettanto valore, Lega Ambiente nel suo report annuale ha
dichiarato infatti che la Val d'Orcia appunto è il luogo in Italia
dove si vive meglio. Il risultato è stato ottenuto avvalendosi di
parametri di natura Ambientale, economica e sociale,
(servizi)."
I montalcinesi da sempre sono stati capaci di grandi passioni e di
tanta umanità, non hanno mai inventato storie. La loro storia che
è storia totale, cioè di tutto e di tutti, è secoli di cultura,
di libertà, di solidarietà di inventiva che ha contribuito a fare
grande l’Italia e a farla conoscere nel mondo.
Per saperne di più su Montalcino continuate a navigare su questo
sito.
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Foto: La "Bandiera
Arancione" è il marchio di qualità turistico-ambientale del
Touring Club assegnato a quei comuni che valorizzano il patrimonio
culturale, tutelano l'ambiente, hanno la cultura dell'ospitalità,
qualità della ristorazione e dei prodotti tipici. La Bandiera
Arancione garantisce la qualità dell'esperienza di visita simulata,
analizzata e scrupolosamente valutata. Questo ha meritato
Montalcino!
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Foto: Val d'Orcia "PATRIMONIO DELL'UMANITA'" (che
comprende tutto il territorio del Comune di Montalcino). Lo ha
deciso l'Unesco in una recente riunione a Pechino. La foto è stata
ripresa dal quotidiano "La Stampa" che l'ha pubblicata in
prima pagina il 15 luglio 2004.
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Indice
Montalcino
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