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MONTALCINO
SOLIDARIETA'
E VOLONTARIATO
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Quando
erano in funzione nove ospedali
“Questo Ospedale di Santa Maria della Croce è
sostegno
di questa Città di Montalcino per essere
distribuite
tutte le sue grosse entrate a beneficio
di
tutti li suoi paesani”
(Tullio
Canali erudito montalcinese sec. XVIII)
L’Ospedale
di Santa Maria della Croce sorse in contrada San Lorenzo, oggi
piazza Cavour, nell’edificio dove oggi ha sede il Municipio e
si ha notizia fin dal 30 luglio 1280. Questo Ospedale fu
trasferito nell’ex Convento di San Francesco nel 1872 dove
anche oggi svolge la propria attività come "Ospedale di
Comunità". I servizi socio-sanitari sono anche
effettuati dal Distretto Socio-Sanitario Bassa Val
d’Orcia con proprie strutture a Montalcino.
Già nel
1020, nel periodo della generale malattia, a Montalcino “fossero
con le pubbliche e private istituzioni istituite più case per
infermi e pellegrini”.
Nei tempi
antichi nel territorio di Montalcino oltre all’Ospedale di
Santa Maria della Croce esistevano altri Ospedali:
- Ospedale La
Misericordia, detto anche la Pia Casa dei Poveri, con sede in
Santa Lucia;
- Ospedale di San
Lazzaro, sulla via della Maremma a due chilometri ad ovest di
Montalcino, ricoverava in quarantena le persone provenienti dalla
Maremma e specialmente dal Porto di Talamone;
- Ospedale di
San
Bartolommeo, sorgeva sul Poggio delle Caselle a Sud di Montalcino
a sei chilometri di distanza, con lo scopo di dare ricetto e
vitto ai pellegrini ai viandanti;
- Ospedale di San Cristoforo aveva sede nell’attuale sede del Corpus Domini
destinato a soccorrere i convalescenti;
- Ospedale di Sant'Angelo fu edificato in contrada di Sant' Egidio all’interno delle
Mura;
- Ospedale della
Maestà, detto poi “delle Grazie” a pochi passi dalla Mura
cittadine a Nord, dove ricoveravano i “fanciulli esposti”
- Ospedale della
Pieve, sorgeva in contrada Il Poggio nei pressi dell’attuale
cattedrale, era fondata su una carità manageriale;
- Ospedale
di Fra Manente, curava gli infermi.
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Foto: Strutture di pubblica
assistenza e caritatevoli all'interno delle mura della città.
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Foto: Prospetto della facciata del
vecchio ospedale di Santa Maria della Croce che si trovava in
Piazza Cavour prima del trasferimento nel 1872 nel ex convento
di San Francesco.
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Il
ricco ospedale di Santa Maria della Croce e l'uso delle sue risorse
Nel secolo XV
tutti i vari ospedali si fusero con l’Ospedale centrale come era
chiamato il Santa Maria della Croce. Questo Ospedale possedeva
trenta poderi, abitazioni e botteghe in città, molini, frantoi, una
fornace per la cottura dei vasi, e della calcina. Aveva un'entrata
annua di 4.000 scudi. Provvedeva al ricovero dei malati e dei
pellegrini "viddi sei letti ben forniti e altri sei letti
dove si accettano i pellegrini”.
L’Ospedale di Santa Maria della Croce, fin dal suo sorgere,
accoglieva nei propri locali 40 fanciulle dai 12 ai 18 anni
appartenenti a famiglie indigenti, istruendole, garantendogli
alloggio, vitto, e quando andavano spose un ricco corredo oltre a
cento fiorini come dote. In cambio dovevano filare, tessere, cucire,
fare il pane ecc.
L’ospedale forniva assistenza domiciliare, come si direbbe oggi,
distribuendo a domicilio grano, pane e farina, elargiva elemosine e
legna per riscaldarsi ai malati non ricoverati. Distribuiva “medicinali
gratuitamente leggeri e di poco spese”. ”L’Ospedale per
i servitii necessari stanno 17 persone fra uomini e donne e dieci
bestie per condurre le robbe dai poderi et cavalcare".
Il
locale Ospedale contribuiva a pagare il salario del maestro della
scuola comunale con lire 150 annue più dodici staia di grano. Per
far fronte alle spese di guerra, durante gli assedi di Montalcino,
l’Ospedale vendette alcuni poderi di sua proprietà. Nel 1575
l’Ospedale di Santa Maria della Croce istituì il "Monte Pio"
dotandolo di un enorme fondo iniziale; 58 mila lire ”... per il
servizio dei poveri". I prestiti non dovevano
superare 50 lire per volta al tasso del 5%. “Viddi tre
stanze piene di panni lini et lane, giacche masseritie ... e
una gran quantità di pegni d’orerie argenterie et gioie”.
L’Ospedale di Santa Maria della Croce finanziava la realizzazione
delle opere d’arte, affreschi anche nella volta delle logge di
piazza, statue in ceramica, di Andrea Della Robbia.
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Foto:
Il Monte Pio istituito dall'Ospedale di Santa Maria della Croce, nel
1572. Nella foto una ricevuta di pegno che era un modo di aiutare i
piu’ poveri.
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Foto: Chiostro dell'Ospedale di Santa
Maria della Croce di Montalcino al servizio della comunità da
nove secoli.
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L'impoverimento
dell'ospedale
La riforma
sanitaria intrapresa da Pietro Leopoldo dei Lorena, granduca di
Toscana, portata a compimento nel 1783, stabiliva che gli ospedali
dovevano curare solo gli infermi, a discapito del ruolo
assistenziale. Obbligò il nostro Ospedale a vendere tutto il suo
patrimonio ed investire obbligatoriamente il ricavato nella Banca
del Monte Fiorentino al servizio dei Lorena.
Dopo queste riforme l’Ospedale di Santa Maria della Croce passò
da un bilancio annuo di 4.000 scudi a 400 scudi. Nello stesso
periodo Pietro Leopoldo di Lorena soppresse i conventi dei Frati
Agostiniani e Francescani, che molto davano alla città per cultura,
istruzione e assistenza. Furono soppresse altresì tutte le
compagnie laicali che operavano in città a discapito degli
interventi assistenziali a favore dei bisognosi.
La Confraternita di Misericordia di Montalcino, che ha origini
antichissime, è stata sempre un istituto i cui “fratelli” si
sono impegnati nel volontariato, trasporto dei malati in Ospedale,
trasporto dei defunti al Cimitero, organizzandosi per essere sempre
al passo con i tempi. Oggi i fratelli con i propri mezzi prestano
servizio in gran parte di volontariato per il “servizio sanitario
regionale” mentre un gruppo di sorelle volontariamente si prestano
verso i bisognosi.
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Foto:
Una squadra della Misericordia inizio '900 per un servizio di
assistenza iniziato già nel 1200.
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Foto: Autoambulanza, primi anni '20,
acquistata con una sottoscrizione popolare.
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Foto: Volontari della Misericordia
rientrano alla loro sede dopo un funerale.
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Le
società di mutuo soccorso
Nel 1862 nacque
la Società Operaia di Mutuo Soccorso che, in caso di malattia,
aiutava i propri soci elargendo la paga giornaliera percepita mentre
lavoravano.
L’Unione Operaia di Mutuo Soccorso di Montalcino nel 1903,
partecipando ad un concorso nazionale indetto dal Ministero
dell’Industria Commercio e Agricoltura unitamente a 128 consorelle
del Regno, ottenne una medaglia d’oro, insieme ad un sodalizio di
Bologna e di Cremona, per aver iscritto all’Istituto Nazionale
della Previdenza Sociale sorto in Italia nel 1898, tutti i propri
soci e aver pagato tanti contributi ai soci più anziani
permettendogli così di andare in pensione a 60 anni di età.
Nel 1901 fu inaugurata la Casa di Riposo Giovanni Capitani
attualmente ancora attiva dal nome di un filantropo montalcinese che
con un copioso lascito permise il sorgere di questa istituzione.
Nel 1920, nel bel palazzo rinascimentale del secolo XVI di Via
Ricasoli acquistato da una cooperativa, sorge la “Casa del
Popolo”. Era la prima volta che i lavoratori potevano
disporre di una propria sede al servizio di ogni loro bisogno.
In ogni momento, particolarmente durante le guerre, il cuore dei
montalcinesi si apre verso i sofferenti al quale fanno affidamento
anche le autorità locali.
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Foto:
L'unione Operaia di Mutuo Soccorso fu premiata con medaglia d'oro
ministeriale nel 1903 per aver iscritto tutti i soci all'Istituto
Nazionale della Previdenza sociale, sorto in Italia nel 1898 e per
aver pagato i contributi previdenziali ai soci anziani
permettendogli così di andare in pensione a sessanta anni di
età.
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Foto: Nuovo premio ministeriale
ottenuto dall'Unione nel 1914.
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Foto: Questo edificio rinascimentale fu
acquistato nel 1920 da un largo azionariato popolare
cooperativistico.
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Foto: Nella foto l'ingresso della
"Casa di Riposo" Giovanni Capitani inaugurata a Montalcino
nel 1901.
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Associazioni
no-profit
L’AVIS (Associazione
Volontari Donatori di Sangue) conta a Montalcino 400 donatori
effettivi circa l’8% di tutta la popolazione residente nel Comune.
Altre Associazioni No-Profit iscritte all’apposito Albo comunale
sono 26 sodalizi che svolgono attività nei vari settori della
Società locale, altre non sono iscritte come “Gli Amici di
Montalcino Ieri”, impegnati dal 1986 nella attività culturale
disponendo di un archivio sulla società montalcinese comprendente,
oltre a tutti i giornali stampati localmente, 25.000 foto d’epoca.
La Pubblicazione "Ieri a Montalcino" fu presentata nel
1990 al Festival della Memoria “organizzato dalla Regione Sicilia
a Taormina“ riscuotendo ampi consensi sia da parte della critica
specializzata che dal numeroso pubblico che si è avvicendato nella
singolare rassegna (www.montalcinoieri.com).
"Montalcino Viva" si interessa delle questioni
paesaggistiche (www.montalcinoviva.it) e “Gli Amici di S.
Antimo”.
A
Montalcino sono oltre 1000 (circa il 25% della popolazione)
i cittadini che in qualche modo si impegnano nel lavoro volontario e
che rappresenta una “ricchezza“ per la collettività.
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Foto: Le donne di Montalcino
confezionano indumenti per i soldati richiamati alle armi durante la
Seconda Guerra Mondiale.
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Foto: 1943, il Commissario Prefettizio
si rivolge al cuore dei montalcinesi.
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Foto: L'Associazione volontari donatori
di sangue di Montalcino, fa festa nella trecentesca fortezza. A
questa Associazione aderiscono e offrono periodicamente il loro
sangue 400 cittadini. Quasi l'otto per cento dell'intera popolazione
montalcinese.
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Indice
Montalcino
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