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ASSOCIAZIONE DI RICERCHE E STUDI ETRUSCHI E
ITALICI
Palazzo Comunale - Costa del Municipio 1
MONTALCINO - Siena
PIETRE FALLICHE
Il lungo cammino delle "Pietre Falliche"
dall'Abbazia di Sant'Antimo (1872) al Museo Archeologico (1969)
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Nei primi anni '50, agli inizi delle nostre ricerche
archeologiche, chiedemmo all'avvocato Giuseppe Rossini Martelli, un
elegante gentiluomo di fine '800, di fare un sopralluogo alla villa de
La Velona dove sapevamo giacenti reperti del periodo etrusco rinvenuti
nei terreni della tenuta che da Castelnuovo dell'Abate degradano verso
l'Orcia.
Nel cortile della villa notammo urnette cinerarie etrusche in arenaria
ed alcuni orcioli in terracotta con frammenti di utensili in bronzo che
fotografammo allineati sulla base del pozzo.
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Ma particolare attenzione fu riservata a due grosse
pietre falliche in basalto nero (cm. 40 x 30 - kg. 20 - 30) messe sul
grande camino della sala ed usate come alari per reggere la legna
ardente sul fuoco.
Dopo averle esaminate a lungo e fotografate le ritenemmo probabili
segnacoli di tombe oppure simboli che gli etruschi usavano collocare
all'ingresso dei loro villaggi per propiziare la fertilità degli
abitanti, degli animali e della terra.
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Pietra fallica musealizzata
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Pietra fallica perduta
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Passarono alcuni anni quando, consultando la
pubblicazione del Prof. Bruno Bonucci "Sant'Antimo i grandi
restauri dell'ottocento" (1888), si viene a conoscenza che due
"pietre falliche" - "fave missili" di finissima
fattura erano infisse, da secoli, nell'architrave della porta laterale -
detta dei catecumeni - qui collocate in alloggiamenti appositamente
incavati in una lastra di marmo con incise alcune lettere latine.
Altri reperti romani provenienti forse da un precedente edificio
monumentale vennero riusati nella costruzione della abbazia romanica ed
inseriti nelle mura esterne o collocati all'interno della nuova chiesa.
Le due pietre vengono tolte durante i lavori di restauro e date in
custodia alla famiglia Rossini proprietaria de La Velona.
Di loro si parla negli archivi del 1891-1895, ma successivamente se ne
perdono le tracce.
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Disegno della porta
laterale
Foto di uno degli alloggiamenti
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Il tempo è lungo ma passa in fretta e dopo 60 anni le
tracce le ritroviamo noi.
Sull'architrave della porta laterale dell'abbazia prendiamo le misure
degli alloggiamenti.
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Le pietre sono quelle rintracciate nella villa La Velona
negli anni '50!
La proprietà nel frattempo è passata in eredità alla Fondazione
Rossni - Martelli e quindi al Vicariato Apostolico della Diocesi di
Montalcino.
Nel dicembre 1968 chiediamo la restituzione delle 2 pietre e dell'altro
materiale per esporlo nel Museo Archeologico da noi allestito in
seno al Museo Civico di Montalcino.
Purtroppo di tutto il materiale veduto e fotografato è rimasto solo una
pietra fallica che recuperiamo nell'ottobre del 1969 ed associamo al
Museo Archeologico montalcinese.
Che cos'erano le due pietre con elementi decorativi fatti con strisce
lobate solcate e una piccola losanga?
Oltre alla nostra prima e frettolosa affermazione d'uso, noti archeologi
e studiosi (spighi - Del Moro) si sono sbizzarriti con antichi
proiettili, oppure oggetti d'uso destinati alla perennità data la loro
maneggevolezza, sino all'ultima ipotesi espressa da un esperto
dell'Istituto Archeologico Germanico di Roma (Dr. Horst Blanck): una
unità di peso venuta forse dal Medio Oriente, un Talento (?).
Noi ci fermiamo qui in attesa di altre autorevoli interpretazioni che
sveleranno l'enigma!
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marzo 2004
Ivo Caprioli
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