AMICI  di  MONTALCINO  IERI

 

 

HOME  PAGE
LIBRI
MOSTRE
FOTO
GIORNALI
ARCHEOLOGIA
VARIE

 

MONTALCINO
Storia di tutto
e di tutti

 


450° Anniversario della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino
1555 - 1559



 

ASSOCIAZIONE DI RICERCHE E STUDI ETRUSCHI E ITALICI
Palazzo Comunale - Costa del Municipio 1
MONTALCINO -
Siena

 

PIETRE  FALLICHE
Il lungo cammino delle "Pietre Falliche" dall'Abbazia di Sant'Antimo (1872) al Museo Archeologico (1969)
 
Nei primi anni '50, agli inizi delle nostre ricerche archeologiche, chiedemmo all'avvocato Giuseppe Rossini Martelli, un elegante gentiluomo di fine '800, di fare un sopralluogo alla villa de La Velona dove sapevamo giacenti reperti del periodo etrusco rinvenuti nei terreni della tenuta che da Castelnuovo dell'Abate degradano verso l'Orcia.
Nel cortile della villa notammo urnette cinerarie etrusche in arenaria ed alcuni orcioli in terracotta con frammenti di utensili in bronzo che fotografammo allineati sulla base del pozzo.
  


 

Ma particolare attenzione fu riservata a due grosse pietre falliche in basalto nero (cm. 40 x 30 - kg. 20 - 30) messe sul grande camino della sala ed usate come alari per reggere la legna ardente sul fuoco.
Dopo averle esaminate a lungo e fotografate le ritenemmo probabili segnacoli di tombe oppure simboli che gli etruschi usavano collocare all'ingresso dei loro villaggi per propiziare la fertilità degli abitanti, degli animali e della terra.
  

   
Pietra fallica musealizzata
  


Pietra fallica perduta
  

Passarono alcuni anni quando, consultando la pubblicazione del Prof. Bruno Bonucci "Sant'Antimo i grandi restauri dell'ottocento" (1888), si viene a conoscenza che due "pietre falliche" - "fave missili" di finissima fattura erano infisse, da secoli, nell'architrave della porta laterale - detta dei catecumeni - qui collocate in alloggiamenti appositamente incavati in una lastra di marmo con incise alcune lettere latine.
Altri reperti romani provenienti forse da un precedente edificio monumentale vennero riusati nella costruzione della abbazia romanica ed inseriti nelle mura esterne o collocati all'interno della nuova chiesa.
Le due pietre vengono tolte durante i lavori di restauro e date in custodia alla famiglia Rossini proprietaria de La Velona.
Di loro si parla negli archivi del 1891-1895, ma successivamente se ne perdono le tracce.
  

  

 Disegno della porta laterale                                         Foto di uno degli alloggiamenti
 

Il tempo è lungo ma passa in fretta e dopo 60 anni le tracce le ritroviamo noi.
Sull'architrave della porta laterale dell'abbazia prendiamo le misure degli alloggiamenti.
  

 
   

Le pietre sono quelle rintracciate nella villa La Velona negli anni '50!
La proprietà nel frattempo è passata in eredità alla Fondazione Rossni - Martelli e quindi al Vicariato Apostolico della Diocesi di Montalcino.
Nel dicembre 1968 chiediamo la restituzione delle 2 pietre e dell'altro materiale per esporlo nel Museo Archeologico da  noi allestito in seno al Museo Civico di Montalcino.
Purtroppo di tutto il materiale veduto e fotografato è rimasto solo una pietra fallica che recuperiamo nell'ottobre del 1969 ed associamo al Museo Archeologico montalcinese.
Che cos'erano le due pietre con elementi decorativi fatti con strisce lobate solcate e una piccola losanga?
Oltre alla nostra prima e frettolosa affermazione d'uso, noti archeologi e studiosi (spighi - Del Moro) si sono sbizzarriti con antichi proiettili, oppure oggetti d'uso destinati alla perennità data la loro maneggevolezza, sino all'ultima ipotesi espressa da un esperto dell'Istituto Archeologico Germanico di Roma (Dr. Horst Blanck): una unità di peso venuta forse dal Medio Oriente, un Talento (?).
Noi ci fermiamo qui in attesa di altre autorevoli interpretazioni che sveleranno l'enigma!

 
marzo 2004                                                                                                                 Ivo Caprioli