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ASSOCIAZIONE DI RICERCHE E STUDI ETRUSCHI E
ITALICI
Palazzo Comunale - Costa del Municipio 1
MONTALCINO - Siena
IL SAMMICHELE
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L’interessante sito posto nella zona boschiva di Montalcino tra
l’Impostino ed il Poggio alla Croce sulla direttrice che da
Nacciarello scende al Bogatto è costituito da una alta torre
sovrastante un edificio più basso composto da più vani contigui, forse
una “torre attrezzata” presidiata da uomini in armi per il controllo
di un vasto territorio che domina da un lato un seguito di colli verso
Montalcino e dall’altro la vallata dell’Ombrone.
Conosciuto dai montalcinesi come una antica chiesa, forse la Pieve di
Castiglione del Bosco, addossata alla torre e composta da due vani
finestrati coperti da volte a crociera e chiusa da una piccola abside.
Notizie
storiche risalenti all’inizio del 1200 indicano il Sammichele
incorporato in un sistema difensivo all’incrocio di tre potenti
Diocesi; quelle di Siena, di Roselle e di Arezzo.
Risalendo alle vicende storiche del VI sec. si può ipotizzare che
cinquecento anni prima il sito sia stato una postazione di vedetta che i
Longobardi, dopo aver conquistato la Tuscia - l’antico municipio
romano -, avevano posto a guardia del loro territorio.
Oggi il
Sammichele protetto, come in un abbraccio, dalla verdeggiante macchia
mediterranea e raggiungibile con un sentiero sassoso, conserva intatto
il suo fascino.
La
“Chiesa – Fortezza” alcuni anni fa è stata oggetto, da parte dei
proprietari dell’Azienda e Castello di Castiglione del Bosco, di un
restauro conservativo che ha evitato il completo abbandono ed il
conseguente crollo.
La
torre svetta sopra gli alberi del bosco; nel primo vano sono stati
consolidati agli angoli i piccoli pilastri sui quali poggiano parte
delle volte a crociera, sistemate le pareti a pietre squadrate con
alcune finestrelle, consolidato il secondo vano, ancora in rovina - una
sempre ben visibile – la parte absidata; sullo sfondo il bosco sempre
verde.
A circa
un chilometro dalla torre, sepolte dalla vegetazione ma visibili per
un’altezza emergente di un metro, le mura perimetrali di una grande
costruzione in pietra a forma rettangolare (mt. 80 x 70) probabile
recinto di un accampamento longobardo. (?)
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SEPOLCRETO ROMANO
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Seguendo l’articolazione dei rilievi che dal Sammichele scendono
gradatamente verso il fiume Ombrone, nella zona demaniale nel 1966, in
occasione dei lavori di rimboschimento lungo il Fosso del Dragone, venne
alla luce un sepolcreto romano di età augustea (II – I sec. a.C.) con
tombe alla cappuccina per la pratica del rito funebre
dell’incinerazione.
Alla
profondità di un metro, allineate ed intervallate per circa 2 Km.,
decine di sepolture a capanna; gli orioli in terracotta acroma
contenenti ossa e ceneri, si trovavano interrati e coperti da tre grossi
embrici messi a mo’ di tetto chiuso alla sommità da un piccolo doccio;
sotto erano custoditi gli oggetti offerti al defunto.
Tra i
pochi reperti recuperati, la maggioranza dei quali in minuti frammenti,
una patera (piatto) in ceramica rossa decorata a cerchi concentrici con
impresso al centro il cartiglio “C. VOLUSENI OPTATUS” (gradito a
Caio Volusemo), una boccetta in vetro azzurro ed una ampolla in vetro
verde.
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luglio
2005
Ivo Caprioli
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