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MONTALCINO
Storia di tutto
e di tutti

 


450° Anniversario della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino
1555 - 1559



 

  
MONTALCINO

 

ARTI  E  MESTIERI

I Magister: maestri delle varie arti inizio '200

Nel 1232 i montalcinesi dovettero nuovamente giurare fedeltà a Siena e si conoscono il nome e il numero degli uomini di età oltre 14 anni residenti dentro il castello, oltre al mestiere praticato. Il numero degli uomini era 1127 impegnati dalle Arti e i mestieri per soddisfare i bisogni di questo largo mercato locale dovevano essere copiosi se si pensa che allora la popolazione maschile e femminile residente nel castello e nella corte circonvicina ammontava a 4.367 abitanti. Ricordiamo che Camigliano, Castelnuovo dell'Abate, Sant'Angelo in Colle e Torrenieri erano comunità autonome e furono unificate sotto il Comune di Montalcino il 2 giugno 1777.  Fra le arti e i mestieri troviamo, fra quelli che giurarono fedeltà a Siena: calzolai, conciatori, correggiolai (realizzavano lacci per le scarpe), realizzatori di pettini, sarti, fabbricanti di spade, tagliatori di pietra, fornaciai (della sapienza di questi antichi artigiani sono rimasti boccali esposti al Museo Civico e Diocesano di Arte Sacra) e fabbri.
Quanto fosse diffusa l’arte dei mestieri è dimostrata dalla presenza di 18 Magister cioè maestri delle varie arti.


Un artigianato qualificato

Con il passare dei secoli, i mestieri e le arti si incrementano.  Nel 1462 Papa PIO II Enea Piccolomini, eleva Montalcino a città anche per la fiorente industria dell’artigianato del ferro battuto, dei lanaioli, dei sellai, dei tessitori, dei corbellai etc..
Nel 1593 un inviato del Vaticano, il giudice Giovanni Botti, interroga dodici montalcinesi sulle arti e i mestieri che si esercitano a Montalcino e tutti rispondono che localmente ci sono artigiani “di ogni qualità e di tutte le sorti d’arte”.  In una relazione l’uditore Gherardini nel 1676 parla della fiorente ed attiva arte a Montalcino e scrive ”ci sono botteghe molte d’arte diverse”.
Alla metà dl XVIII secolo, in un’inchiesta sullo stato delle arti e manifatture in città, si illustrano dettagliatamente le attività che “fanno università”.  La principale è quella di conciare le cuoia.  ”L’arte della calzoleria è fiorente si fabbricano 15.000 paia di scarpe all’anno le quali in maggior parte si smerciano a Castel Del Piano, in Maremma e nei mercati di San Quirico.” (Diremo che per realizzare un paio di scarpe un calzolaio impiegava  mediamente tre giornate di lavoro). ” Fiorente era l’arte tessile, quella della cera, dei fabbri ferrai, dei falegnami, dei vasai, dei cappellai e delle tintorie. Filippo Carridi si porta a Montalcino e realizza un'inchiesta sulle attività industriali locali, scrive che si realizza l’escavazione di travertino, onice, gesso e terre quarzose. Ci sono fornaci di calcina e di laterizi, fabbriche di vasellame e di terracotta, officine di lavoro per ferro che occupano venti operai, officine per utensili di ottone e di latta, fabbriche di prodotti chimici di biacca e di tinte, officine di falegnamerie per botti e altro che occupano 19 operai, officine di intagliatori e intersicatori in legno, tessitura (tessono ancora in casa), coperte di vario disegno e colore oltre ai panni semplici. Telai per tele di lino e canapa e panno operato liscio, 19.700 braccia (un braccio= 58 cm.) e panno operato per braccia 5.040 che occupano 18 operai.  Trattamento della seta che occupa sei donne. Questo prodotto si smercia a Firenze e a Siena. Fabbriche di cappelli di feltro, se ne producono n. 4400 e occupano 18 operai. Il Cariddi poi segnala cererie, corbellai e funai.
 

Foto: Estrazione del travertino e dell'onice nella cava di Castelnuovo dell'Abate - Montalcino, materiale con il quale sono ornate oltre all'Abbazia di Sant'Antimo, le cattedrali di Siena e di Orvieto.
 

 

Foto: Artigiano che realizza doghe per le botti anni 10 del '900.
 

 

Foto: "Funaio" montalcinese, che ha realizzato anche il canape della mossa del Palio di Siena.
 


Al passo con i tempi

Sfogliando il libro del Ministero delle Finanze sulle imposte dei redditi di ricchezza mobile per l’anno 1889 dell’Agenzia di Montalcino, si leggono i nomi di titolari delle varie attività artigiane citate sopra ma appaiono anche nuovi artigiani come: gli esercenti di molini, esercenti dei frantoi delle olive, fornai, orologiai, sarti, accollatari di strade, tipografi ecc..
Quanto fosse considerato l’artigianato a Montalcino lo dimostra l’iniziativa intrapresa dall’Unione Operaia di mutuo Soccorso che dopo il 1862 organizza corsi di disegno per artigiani. Poi, via via agli inizi del 900 si organizzano corsi di taglio e cucito, di ricamo e nei tempi più vicini a noi di muratore. 
Nel 1902 nasce lo stabilimento a vapore, un mulino (finalmente si macinava grano, civaglie, castagne, indipendentemente dai capricci della stagione perché i molini prima erano collocati lungo corsi d’acqua e quando c’era siccità i molini non operavano) e uno stabilimento per l’impianto della luce elettrica che segnò un progresso e un vanto per i montalcinesi. In quel periodo a Torrenieri, centro importante attraversato dalla statale cassia, dalla strada Traversa dei Monti che collega la Val di Chiana alla Maremma e Viceversa, nasce una fabbrica di laterizi e della lavorazione della sansa delle olive che occupò più di cento operai. Il treno a Torrenieri arrivò nel 1865 e sarà un fattore determinante per lo sviluppo dell’economia locale. Oggi a Torrenieri ci sono medie e piccole industrie, ceramiche sanitarie, materiali speciali per l’edilizia, attività del legno e del ferro ecc. dove trovano occupazione oltre 200 addetti. 
Grazie alla vicina stazione ferroviaria di Monte Amiata Scalo, le cave di travertino e di onice hanno un grande incremento (localmente ci sono persone che dall’onice realizzano souvenir). Con il passare del tempo l’artigianato locale è al passo con i tempi sorgeranno: officine che realizzeranno biciclette, motociclette, macchine da cucire, armi e munizioni e si incrementeranno altre attività al servizio della società in sviluppo come la filatura della lana con la macchina, le sartorie, i barbieri, i corbellai e fotografi ecc.. 
 

Foto: La società operaia di mutuo soccorso, nacque a Montalcino nel 1862, subito organizzò la scuola di disegno per mestieri artigiani. L'iniziativa era diretta alla nascita delle attività artigiane. Nel 2003 all'apposito albo provinciale sono iscritte 115 aziende artigiane, residenti nel comune di Montalcino.
 

 

Foto: Inizio '900, corso di taglio e cucito.
 

 

Foto: Fine '800, educande del conservatorio di Santa Caterina, Montalcino, a scuola di ricamo.
 

 

Foto: 1902, a Montalcino c'è la luce elettrica: i Montalcinesi lo ricordano con orgoglio.
 

 

Foto: Montalcino (Torrenieri), fabbrica di laterizi e lavorazione della sansa,dove erano occupati oltre 100 dipendenti, inizio '900. 
 

 

Foto: Stazione di Torrenieri, Montalcino, attiva fin dal 1865.
 

 

Foto: Nel 1907 si pubblicizzava la realizzazione di armi, macchine da cucire, biciclette e motociclette.
 

 

Foto: Filatrici di lana con la rocca ed il fuso.
 

 

Foto: Filatrice di lana con macchina.
 

 

Foto: Bottega del calzolaio - anni 20 del '900. 
 

 

Foto: Artigiano del ferro battuto, anni '30 del '900. Un'arte che fin dal medioevo ha qualificato Montalcino.
 

 

Foto: Bottega del sarto dove si lavora su misura.
 

 

Foto: Artigiano che realizza un contenitore con il legno di castagno "Corbello".
 

 

Foto: Artigiano che realizza un paniere con ramoscelli di vimine.
 

 

Foto: Rivestitore di sedie di stiancia. 
 

 

Foto: Artigiano che realizza una cesta di vitalba.
 

 

Foto: Bucato: cenere e acqua bollita, prima delle lavanderie industriali.
 

 

Foto: Barbieri in tenuta di lavoro. Anni '30.
 

 

Foto: "Biglietto da visita" della Tipografia "La Stella".
 


Anche oggi l'artigianato è il fiore all'occhiello di Montalcino

Oggi nel montalcinese le aziende artigiane iscritte alla Camera di Commercio di Siena sono 115, e 27 sono ditte edili. Altre sono la continuazione di vecchi mestieri: ceramiche, fabbri, calzolai, falegnami, tipografi, tessitori, fotografi, spazzacamini, parruchiere per signora ed estetiste ecc. altre sono attività nuove come gli orafi, restaurazione e conservazione di opere d’arte, restaurazione di mobili antichi, scultori in legno, realizzatori di pipe di erica arborea, botteghe di grafica. In conclusione si può dire che ci sia ancora un artigiano di qualità tutt’ora al servizio della società locale e rappresenta un “fiore all’occhiello per Montalcino”.
 

Foto: L'arte del ricamo continua a Montalcino.
 

 

Foto: Inizio anni '50 del '900, corso di specializzazione per lavoratori edili.
 

 

Foto: Nella foto un artigiano locale lavora l'onice.
 

 

Foto: Realizzazione di scarpe su misura. Nei secoli scorsi a Montalcino venivano realizzate annualmente 15.000 paia di scarpe in 39 botteghe di calzolai "da città e da campagna".
 
Il calzolaio (sequenza fotografica)

 

Foto: Un esemplare realizzato recentemente dal concittadino Pierino Sestigiani, maestro del ferro battuto. (dal libro a lui dedicato di Felice Rossetti "Armonie del Ferro battuto" 1997).
 

 

Foto: Realizzatore di pipe di erica arborea.
 

 

Foto: Sandro Pertini Presidente della Repubblica Italiana, ricevette al Quirinale la proprietaria dell'Azienda Agricola "I Barbi", Francesca Colombini Cinelli unitamente a tutto il personale della fattoria. La signora Francesca, conosciuta nel mondo come la “Signora del Brunello”, regalò a Pertini una pipa di Erica arborea realizzata da un artigiano montalcinese. Il Presidente, intenditore profondo di pipe di Erica, apprezzò particolarmente il dono.
 

 

Foto: Lavoratrice al telaio. Fino alla metà del '900 quasi in ogni casa montalcinese c'era una donna che lavorava al telaio, per uso familiare e per conto terzi.
 

 

Foto: Bottega di ceramica artigianale. E' un'arte che a Montalcino risale al secolo XIII.
 

 

Foto: Bottega di ceramica artigianale.
 

 

Foto: Laboratorio di restauro e conservazione di opere d'arte.
 

 

Foto: Bottega dell'orafo.
 

 

Foto: Attualmente a lavoro nell'ultracentenaria Tipografia "La Stella". 
 


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