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MONTALCINO
ARTI
E MESTIERI
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I
Magister: maestri delle varie arti inizio '200Nel
1232 i montalcinesi dovettero nuovamente giurare fedeltà a
Siena e si conoscono il nome e il numero degli uomini di età
oltre 14 anni residenti dentro il castello, oltre al mestiere
praticato. Il numero degli uomini era 1127 impegnati dalle Arti
e i mestieri per soddisfare i bisogni di questo largo mercato
locale dovevano essere copiosi se si pensa che allora la
popolazione maschile e femminile residente nel castello e nella
corte circonvicina ammontava a 4.367 abitanti. Ricordiamo che
Camigliano, Castelnuovo dell'Abate, Sant'Angelo in Colle e
Torrenieri erano comunità autonome e furono unificate sotto il
Comune di Montalcino il 2 giugno 1777. Fra le arti e i
mestieri troviamo, fra quelli che giurarono fedeltà a Siena:
calzolai, conciatori, correggiolai (realizzavano lacci per le
scarpe), realizzatori di pettini, sarti, fabbricanti di spade,
tagliatori di pietra, fornaciai (della sapienza di questi
antichi artigiani sono rimasti boccali esposti al Museo Civico e
Diocesano di Arte Sacra) e fabbri.
Quanto fosse diffusa l’arte dei mestieri è dimostrata dalla
presenza di 18 Magister cioè maestri delle varie arti.
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Un
artigianato qualificato
Con il passare
dei secoli, i mestieri e le arti si incrementano. Nel 1462
Papa PIO II Enea Piccolomini, eleva Montalcino a città anche per la
fiorente industria dell’artigianato del ferro battuto, dei
lanaioli, dei sellai, dei tessitori, dei corbellai etc..
Nel
1593 un inviato del Vaticano, il giudice Giovanni Botti, interroga
dodici montalcinesi sulle arti e i mestieri che si esercitano a
Montalcino e tutti rispondono che localmente ci sono artigiani “di
ogni qualità e di tutte le sorti d’arte”. In una
relazione l’uditore Gherardini nel 1676 parla della fiorente ed
attiva arte a Montalcino e scrive ”ci sono botteghe molte d’arte
diverse”.
Alla
metà dl XVIII secolo, in un’inchiesta sullo stato delle arti e
manifatture in città, si illustrano dettagliatamente le attività
che “fanno università”. La principale è quella di
conciare le cuoia. ”L’arte della calzoleria è fiorente si
fabbricano 15.000 paia di scarpe all’anno le quali in maggior
parte si smerciano a Castel Del Piano, in Maremma e nei mercati di
San Quirico.” (Diremo che per realizzare un paio di scarpe un
calzolaio impiegava mediamente tre giornate di lavoro). ”
Fiorente era l’arte tessile, quella della cera, dei fabbri ferrai,
dei falegnami, dei vasai,
dei cappellai e delle tintorie. Filippo Carridi si porta a
Montalcino e realizza un'inchiesta sulle attività industriali
locali, scrive che si realizza l’escavazione di travertino, onice,
gesso e terre quarzose. Ci sono fornaci di calcina e di laterizi,
fabbriche di vasellame e di terracotta, officine di lavoro per ferro
che occupano venti operai, officine per utensili di ottone e di
latta, fabbriche di prodotti chimici di biacca e di tinte, officine
di falegnamerie per botti e altro che occupano 19 operai, officine
di intagliatori e intersicatori in legno, tessitura (tessono ancora
in casa), coperte di vario disegno e colore oltre ai panni semplici.
Telai per tele di lino e canapa e panno operato liscio, 19.700
braccia (un braccio= 58 cm.) e panno operato per braccia 5.040 che
occupano 18 operai. Trattamento della seta che occupa sei
donne. Questo prodotto si smercia a Firenze e a Siena. Fabbriche di
cappelli di feltro, se ne producono n. 4400 e occupano 18 operai. Il
Cariddi poi segnala cererie, corbellai e funai.
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Foto:
Estrazione del travertino e dell'onice nella cava di Castelnuovo
dell'Abate - Montalcino, materiale con il quale sono ornate oltre
all'Abbazia di Sant'Antimo, le cattedrali di Siena e di Orvieto.
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Foto: Artigiano che realizza doghe per
le botti anni 10 del '900.
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Foto:
"Funaio" montalcinese, che ha realizzato anche il canape
della mossa del Palio di Siena.
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Al
passo con i tempi
Sfogliando
il libro del Ministero delle Finanze sulle imposte dei redditi di
ricchezza mobile per l’anno 1889 dell’Agenzia di Montalcino, si
leggono i nomi di titolari delle varie attività artigiane citate
sopra ma appaiono anche nuovi artigiani come: gli esercenti di
molini, esercenti dei frantoi delle olive, fornai, orologiai, sarti,
accollatari di strade, tipografi ecc..
Quanto
fosse considerato l’artigianato a Montalcino lo dimostra
l’iniziativa intrapresa dall’Unione Operaia di mutuo Soccorso
che dopo il 1862 organizza corsi di disegno per artigiani. Poi, via
via agli inizi del 900 si organizzano corsi di taglio e cucito, di
ricamo e nei tempi più vicini a noi di muratore.
Nel 1902 nasce lo stabilimento a vapore, un mulino (finalmente si
macinava grano, civaglie, castagne, indipendentemente dai capricci
della stagione perché i molini prima erano collocati lungo corsi
d’acqua e quando c’era siccità i molini non operavano) e uno
stabilimento per l’impianto della luce elettrica che segnò un
progresso e un vanto per i montalcinesi. In quel periodo a
Torrenieri, centro importante attraversato dalla statale cassia,
dalla strada Traversa dei Monti che collega la Val di Chiana alla
Maremma e Viceversa, nasce una fabbrica di laterizi e della
lavorazione della sansa delle olive che occupò più di cento
operai. Il treno a Torrenieri arrivò nel 1865 e sarà un fattore
determinante per lo sviluppo dell’economia locale. Oggi a
Torrenieri ci sono medie e piccole industrie, ceramiche sanitarie,
materiali speciali per l’edilizia, attività del legno e del ferro
ecc. dove trovano occupazione oltre 200 addetti.
Grazie alla vicina stazione ferroviaria di Monte Amiata Scalo, le
cave di travertino e di onice hanno un grande incremento (localmente
ci sono persone che dall’onice realizzano souvenir). Con il
passare del tempo l’artigianato locale è al passo con i tempi
sorgeranno: officine che realizzeranno biciclette, motociclette,
macchine da cucire, armi e munizioni e si incrementeranno altre
attività al servizio della società in sviluppo come la filatura
della lana con la macchina, le sartorie, i barbieri, i corbellai e
fotografi ecc..
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Foto:
La società operaia di mutuo soccorso, nacque a Montalcino nel 1862,
subito organizzò la scuola di disegno per mestieri artigiani.
L'iniziativa era diretta alla nascita delle attività artigiane. Nel
2003 all'apposito albo provinciale sono iscritte 115 aziende
artigiane, residenti nel comune di Montalcino.
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Foto: Inizio '900, corso di taglio e
cucito.
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Foto: Fine '800, educande del
conservatorio di Santa Caterina, Montalcino, a scuola di ricamo.
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Foto: 1902, a Montalcino c'è la luce
elettrica: i Montalcinesi lo ricordano con orgoglio.
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Foto: Montalcino (Torrenieri), fabbrica
di laterizi e lavorazione della sansa,dove erano occupati oltre 100
dipendenti, inizio '900.
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Foto: Stazione di Torrenieri,
Montalcino, attiva fin dal 1865.
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Foto: Nel 1907 si pubblicizzava la
realizzazione di armi, macchine da cucire, biciclette e
motociclette.
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Foto: Filatrici di lana con la rocca ed
il fuso.
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Foto: Filatrice di lana con macchina.
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Foto: Bottega del calzolaio - anni 20
del '900.
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Foto: Artigiano del ferro battuto, anni
'30 del '900. Un'arte che fin dal medioevo ha qualificato
Montalcino.
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Foto: Bottega del sarto dove si lavora
su misura.
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Foto: Artigiano che realizza un
contenitore con il legno di castagno "Corbello".
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Foto: Artigiano che realizza un paniere
con ramoscelli di vimine.
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Foto: Rivestitore di sedie di stiancia.
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Foto: Artigiano che realizza una cesta
di vitalba.
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Foto: Bucato: cenere e acqua bollita,
prima delle lavanderie industriali.
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Foto: Barbieri in tenuta di lavoro.
Anni '30.
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Foto: "Biglietto da
visita" della Tipografia "La Stella".
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Anche
oggi l'artigianato è il fiore all'occhiello di MontalcinoOggi
nel montalcinese le aziende artigiane iscritte alla Camera di Commercio
di Siena sono 115, e 27 sono ditte edili. Altre sono la
continuazione di vecchi mestieri: ceramiche, fabbri, calzolai,
falegnami, tipografi, tessitori, fotografi, spazzacamini,
parruchiere per signora ed estetiste ecc. altre sono attività nuove
come gli orafi, restaurazione e conservazione di opere d’arte,
restaurazione di mobili antichi, scultori in legno, realizzatori di
pipe di erica arborea, botteghe di grafica. In conclusione si può
dire che ci sia ancora un artigiano di qualità tutt’ora al
servizio della società locale e rappresenta un “fiore
all’occhiello per Montalcino”.
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Foto:
L'arte del ricamo continua a Montalcino.
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Foto: Inizio anni '50 del '900, corso
di specializzazione per lavoratori edili.
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Foto: Nella foto un artigiano locale
lavora l'onice.
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Foto: Realizzazione di scarpe su
misura. Nei secoli scorsi a Montalcino venivano realizzate
annualmente 15.000 paia di scarpe in 39 botteghe di calzolai
"da città e da campagna".
Il
calzolaio (sequenza fotografica)
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Foto: Un esemplare realizzato
recentemente dal concittadino Pierino Sestigiani, maestro del ferro
battuto. (dal libro a lui dedicato di Felice Rossetti "Armonie
del Ferro battuto" 1997).
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Foto: Realizzatore di pipe di erica
arborea.
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Foto: Sandro Pertini Presidente della
Repubblica Italiana, ricevette al Quirinale la proprietaria
dell'Azienda Agricola "I Barbi", Francesca Colombini
Cinelli unitamente a tutto il personale della fattoria. La signora
Francesca, conosciuta nel mondo come la “Signora del Brunello”,
regalò a Pertini una pipa di Erica arborea realizzata da un
artigiano montalcinese. Il Presidente, intenditore profondo di pipe
di Erica, apprezzò particolarmente il dono.
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Foto: Lavoratrice al telaio. Fino alla
metà del '900 quasi in ogni casa montalcinese c'era una donna che
lavorava al telaio, per uso familiare e per conto terzi.
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Foto: Bottega di ceramica artigianale.
E' un'arte che a Montalcino risale al secolo XIII.
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Foto: Bottega di ceramica artigianale.
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Foto: Laboratorio di restauro e
conservazione di opere d'arte.
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Foto: Bottega dell'orafo.
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Foto: Attualmente a lavoro
nell'ultracentenaria Tipografia "La Stella".
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Indice
Montalcino
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